Il governo dei de-cretini… La maggioranza e il governo si trovano alle prese con la grana della mozione di sfiducia al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. A tenere ancora in bilico il governo è l’incertezza sul comportamento che terrà Italia Viva domani in Aula, in occasione del voto. Solo al momento di prendere la parola farà sapere se il suo sarà “pollice verso” o se invece terrà ancora in vita il governo.
Lo spettro della crisi per il governo dei de-cretini
Perchè, è anche la tesi del capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio, se Italia Viva voterà contro il governo l’apertura della crisi sarà inevitabile. Il Movimento 5 Stelle ha già fatto sapere che “ciascuno si prenderà le sue responsabilità” in caso di sfiducia a Bonafede. Lasciando così prevedere che M5s non si presterà a giochi di Palazzo per cercare una nuova maggioranza. Gli umori a Palazzo Madama e a Montecitorio, tuttavia, sembrano escludere la crisi.
Il vertice a Palazzo Chigi
I renziani attendono di essere convocati da Giuseppe Conte. Sono pronti a mettere sul tavolo la loro lunga lista di doglianze, a cominciare da quelle per i provvedimenti proposti e “puntualmente ignorati” dal premier. Il primo e più importante per Renzi e i suoi è il Piano Shock da 120 miliardi per l’edilizia. Piano che Renzi ha presentato prima dell’esplodere della pandemia. Ma è più in generale l’atteggiamento del governo nei confronti di Italia Viva a generare malcontento.
I malumori renziani
Perchè i renziani si sentono, per peso in Parlamento, “determinanti, ma non valorizzati”. Una fonte dice “Non si capisce perchè ogni provvedimento che proponiamo viene rigettato. Salvo poi essere accolto se lo stesso provvedimento lo propone qualche altra forza”. Da Iv, al momento, non si parla di nuovi incarichi nel governo, non sembrano i posti a interessare. Ma l’avviso potrebbe cambiare nel caso una proposta arrivasse dal premier. Questo, ovviamente, assieme alle forti remore che i renziani nutrono sull’operato di Bonafede.
La partita Fca
Intanto la maggioranza si confronta sul caso del prestito ad Fca. Laddove il tema non è più “se” ma “come”. La garanzia dello Stato sul prestito a Fiat Chrisler Automobiles non sembra più in discussione. Rimane da stabilire quale sia il modo migliore per fare in modo che Fca rispetti le condizioni. Investimenti in Italia e tutela dei posti di lavoro.
La linea del Pd
Il Partito Democratico si è stabilizzato sulla linea dettata ieri dal segretario Nicola Zingaretti: “Nelle politiche di incentivi e prestiti con garanzia statale alle imprese e ai grandi gruppi industriali deve essere determinante la finalità di utilizzo delle risorse. Che devono servire a stabilizzare l’occupazione in Italia e a non delocalizzare le produzioni. E a realizzare una nuova stagione di crescita, innovativa che punti alla sostenibilità”.
Insomma, il governo dei de-cretini è appeso ad un filo molto sottile.
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