Il governo è davvero complottista? O…..
Fanno molto discutere in queste ore le dichiarazioni del ministro Crosetto accompagnate a quelle del Ministro Tajani e anticipate dal leghista Massimiliano Romeo circa l’escalation di ondate migratorie che nelle ultimi tempi ha interessato il Mar Mediterraneo.
La tesi di Crosetto (Tajani e Romeo) e le reazioni scomposte
La tesi dei suddetti ministri e del senatore della Lega è quella per cui dietro a detta escalation vi sarebbe la longa manus della Russia e, in particolar modo, della Brigata Wagner, mercenari nazisti al soldo di Mosca.
Ovviamente, la solita opposizione ideologica e senza argomentazioni si è precipitata a stigmatizzare le posizioni del Governo addirittura rinunciando all’analisi politica e ricorrendo agli insulti.
Tutto questo al netto delle rilevazioni che da mesi (era ancora in carica il Governo Draghi) provengono al Copasir dai nostri servizi di intelligence che paiono non interessare la sinistra nostrana quando c’è da attaccare aprioristicamente il Governo.
Peraltro – nota di colore, ma non troppo – da registrare una stizzita e offensiva risposta proprio di Yevgheny Prighozin capo di Wagner che segnala una tensione sospetta (fosse mai che sono stati punti sul vivo!).
Ma che cosa è successo? Tutt’a un tratto il Governo italiano è divenuto complottista? O vi sono elementi di verità nelle ricostruzioni dei vari ministri ed esponenti di maggioranza.
Vediamo qualche dato oggettivo.
Il controllo della Libia
Non vi è dubbio che uno dei paesi maggiormente coinvolti nelle partenze dei migranti è la Libia, paese dilaniato da una infinita guerra civile a seguito della morte di Gheddafi.
A Febbraio 2022, l’inizio della guerra in Ucraina ha coinciso con a crisi del governo di unità nazionale libico con il ritorno alla divisione netta del paese tra Tripolitania e Cirenaica. Quest’ultima, non proprio casualmente, è saldamente in mano dei russi mediante il controllo del territorio della brigata Wagner. Trobruk in particolare, città dalla quale si registrano il maggior numero di partenze, è in mano ai mercenari russi. Sarà un caso?
Il ruolo della Turchia
Non dimentichiamoci nemmeno il ruolo della Turchia che condivide il controllo sul territorio libico. Quella stessa Turchia che nel 2016 – di fronte alla prima grande ondata migratoria – ha stipulato un accordo con l’UE in virtù del quale Erdogan si è impegnato a non far partire i migranti siriani in cambio di cospicui finanziamenti.
La Turchia è anche quel paese che – seppur nella NATO – ha mantenuto una posizione di sostanziale equidistanza rispetto al conflitto russo-ucraino, a un certo punto ponendosi pure come mediatore tra le parti mentre faceva importanti affari con uno dei contendenti (la Russia per l’appunto).
La Russia e la brigata Wagner
Torniamo alla Russia. Il 15 Ottobre 2022 Mosca ha riaperto la propria ambasciata in Libia e il viceministro Bogdanov in una agenzia ha dichiarato espressamente “l’obiettivo del suo paese è quello di ripristinare la propria presenza in tutta la Libia riportandola a quella che era prima della disgregazione dell’URSS”.
Dichiarazioni marcatamente imperialiste rilasciate pochi mesi fa ma che illustrano ampiamente quali siano le mire e i mezzi che il Cremlino intende utilizzare per condizionare il paese africano e non solo. Per anni la Russia ha sostenuto le forze separatiste di Haftar e nonostante il blando supporto al Governo di unità nazionale, mantenendo uno stretto controllo sul Paese grazie al Gruppo Wagner, che da compagnia mercenaria militare ha assunto ruoli sempre più marcati in termini di logistica e persino di contrattualistica commerciale internazionale. Se dal 2015 il Gruppo ha addestrato l’esercito di Haftar e ha partecipato attivamente all’assedio di Tripoli, nel 2022 era anche il principale attore (dietro le quinte) circa le forniture di gas all’Europa.
Peraltro, il rapporto di interesse tra la Russia e l’Africa non si esaurisce al controllo della Libia se è vero come è vero che negli anni è stata perseguita una politica di approfondimento delle relazioni con molti paesi africani ormai dipendenti dalle risorse militari fornite da Mosca in cambio dell’accesso alle abbondanti risorse naturali.
Il convitato di pietra: La Cina
Convitato di pietra è la Cina, padrona del debito africano e ormai saldamente al controllo delle infrastrutture del continente nero.
Anche la Cina è pedina fondamentale nell’attuale scacchiere geopolitico internazionale in appoggio alla Russia contro l’Occidente, come ben si comprende se si considera la posizione del Dragone sulla guerra in Ucraina. A detta dei ministri di Xi Jiping, l’operazione speciale russa è avvenuta in reazione all’assedio della NATO (sic!).
Quindi, per ricapitolare brevemente, in Africa teatro della maggior parte delle partenze dei migranti, operano Turchia, Cina e Russia, attraverso il braccio armato della Wagner, in un braccio di ferro costante e volto allo scopo di indebolire l’influenza degli Stati Uniti d’America ma, soprattutto dell’Unione Europea.
L’Italia frontiera d’Europa
E, non proprio casualmente, il primo paese che paga lo scotto di tale attività di “sostituzione di influenze” è proprio l’Italia, frontiera sud d’Europa e porto di approdo per i sempre più numerosi migranti. Forze, quelle turco-sino-russe che hanno agito in questi anni per fomentare l’instabilità politica in Libia attraverso un sostegno costante alle truppe separatiste in opposizione al governo riconosciuto a livello internazionale. Una instabilità politica che evidentemente rende ancor più incontrollabili i flussi migratori verso l’Europa. Quindi, l’Italia, che di quest’ultimo aspetto è vera e propria frontiera, si trova a pagare le conseguenze di questa doppia spinta: instabilità politica artatamente fomentata dai russi e crisi energetica (il Gruppo Wagner che gestisce i rapporti commerciali sul gas tra la Libia e gli altri paesi europei aveva ridotto del quasi 30% le forniture all’Italia).
Sotto il profilo delle politiche migratorie, invece, basti pensare che nel 2022 ben 39.000 migranti hanno intrapreso viaggi della speranza proprio dalla Cirenaica in mano a Wagner (contro i 27.771 del 2021). La stessa “Repubblica”, quotidiano progressista nel Luglio del 2022 avvertiva che “la Libia è un cannone puntato sulla campagna elettorale” oppure “l’immigrazione è forse l’arma più potente per chi ha interesse a interferire sul voto di settembre” riferendosi evidentemente a Putin che sospettava essere alleato con Meloni (sic!).
Oggi invece per la sinistra evidentemente non è più così, e tutto è invenzione del Governo Meloni (sic!).
Attacco all’Europa
E’ invece un fatto oggettivo aumento degli sbarchi e l’altrettanto conflittualità europea nella gestione del fenomeno mina la coesione comunitaria facendo il gioco della Russia di Putin sempre più intenzionato come espressamente dichiarato dai propri ministri (e invero da lui stesso), a disaggregare l’Occidente.
Quindi, alla luce di questi fatti e di questi dati che sono oggettivi, siamo proprio sicuri che Romeo, Crosetto e Tajani abbiano torto e siano complottisti?
O forse non è che davvero la Libia è stata trasformata in un terreno di scontro per colpire l’Unione Europea in cui l’Italia è avamposto e frontiera?
E se così fosse, la risposta non può che essere integralmente europea.
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