Badoglio non fu in alcun modo affidabile per le prospettive di pace con gli Alleati. O meglio non fu affidabile per trattare con abilità una pace dignitosa ed onorevole. Da Badoglio gli alleati pretesero solo ed esclusivamente la resa incondizionata.
Il 25 luglio il regime fascista aveva egli stesso messo in minoranza Mussolini. Il governo aveva la necessità di tenere unito tutto il paese, di serrare i ranghi al fine di poter contenere i tedeschi e trattare con gli alleati da una posizione se non di forza quantomeno di credibilità. Bisognava includere tutte le energie positive e non precludere il contributo di nessuno in quel momento drammatico.
Ma questo non avvenne. In buona parte perché Badoglio non fece assolutamente nulla per guadagnare il consenso degli italiani. Semplicemente escluse non soltanto il popolo, ma tutto quell’apparato dello Stato che avrebbe dovuto cercare di recuperare ed avocare alla causa nazionale.
Il regime si era profondamente inserito nello Stato e, per forza di cose mettere in liquidazione in quel momento tutti gli apparati del regime, significava mettere in liquidazione lo Stato. Non c’era il tempo per crearne uno nuovo.
Una strategia più lungimirante avrebbe dovuto portare a tranquillizzare gli animi, puntare su un appello all’emergenza nazionale, riconciliare tutti gli italiani per evitare il tracollo generale.
Lo stato di emergenza militare
Badoglio si rivolse immediatamente alla nazione dicendo che la guerra continuava e che si teneva fede alla parola data all’alleato tedesco. Intanto si dichiarava lo stato di emergenza ed i militari prendevano il pieno controllo dell’ordine pubblico.
Il Gran Consiglio del Fascismo, la camera dei fasci e delle corporazioni vennero soppressi dal Consiglio dei Ministri ed il partito Nazionale fascista fu disciolto.
Ma nel frattempo veniva anche vietato ai cittadini di riunirsi, di manifestare e ci fu un’imposizione nazionale del coprifuoco. Grottescamente rimanevano in vigore anche le leggi razziali. Sembrò inizialmente di essere passati dalla dittatura fascista alla dittatura militare.
I tedeschi diffidavano del nuovo governo italiano ed iniziarono un afflusso di divisioni in Italia. Nel frattempo molte proteste costrinsero il governo a riconoscere il pluralismo dei partiti.
Badoglio privo della fiducia degli italiani, e di quella dei tedeschi doveva cercare almeno di conquistare quella degli Alleati. Tentò segretamente di trattare un armistizio dignitoso.
Ma era dura per l’ex generale di punta del regime di Mussolini, che continuava a dirsi pubblicamente leale all’alleanza con Hitler, guadagnare il favore degli anglo-americani e la loro fiducia per avere delle condizioni più miti.
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