L’assalto di Forza Nuova alla sede della CGIL costituisce un fatto gravissimo, inaccettabile in democrazia. Un fatto che va denunciato e condannato senza ambiguità, esprimendo anzi piena solidarietà a tutta la CGIL. Il Segretario Confederale Landini ha peraltro -e giustamente- reagito con energia. Mobilitando l’intero suo Sindacato ed organizzando una grande manifestazione contro il fascismo che si terrà sabato prossimo a Roma.
Credo però che, se Landini ed il suo Sindacato avessero dedicato analoga energia e capacità di mobilitazione per imporre all’agenda politica la questione del lavoro in Italia, ci sarebbero oggi molte meno tensioni nel Paese.
Capisco che evocare il pericolo di un fantasma storico qual’è il fascismo sia più facile che affrontare i drammatici problemi di un mondo del lavoro in totale e profonda trasformazione sociale e tecnologica. Ma, così facendo, il Sindacato finisce col tradire le autentiche aspettative dei lavoratori, confermando solo la propria natura di cinghia di trasmissione dei partiti.
Una mobilitazione creata ad hoc per il ballottaggio
Perché a nessuno sfugge il fatto che la manifestazione fissata per sabato prossimo avverrà proprio alla vigilia del voto di ballottaggio a Roma. Credo inoltre che una informazione, ligia alla deontologia professionale, dovrebbe cominciare a distinguere le persone che contestano pacificamente l’applicazione del Green Pass nei luoghi di lavoro dai No-Vax e dai gruppi di estremisti (a volte di destra, altre volte di sinistra) che partecipano alle proteste.
Anche perché, prima dei disordini provocati dai soliti estremisti, lo stesso imponente raduno romano contro il Green Pass si stava svolgendo tranquillamente.
Così come restano da chiarire, a proposito del suddetto raduno, i tanti dubbi sollevati da diversi osservatori sulla gestione dell’ordine pubblico. Ma questo ci rimanda purtroppo ai limiti e alle responsabilità della Lamorgese, la quale non può certamente figurare tra i migliori ministri del Governo Draghi.
Resta il disagio per una politica che, anziché affrontare seriamente la questione sociale e i problemi reali dell’economia italiana, si limita a sfruttare demagogicamente, da un lato, la crescente protesta di piazza e, dall’altro lato, la sempreverde piazza antifascista. Secondo una logica populistica che accomuna entrambi gli schieramenti.
Il Governo Draghi persegue efficacemente la messa in sicurezza economica del Paese. Considerando la pratica della vaccinazione (per favorire la quale è stato introdotto il Green Pass) come uno strumento di vantaggio competitivo utile alla ripartenza del Sistema-Italia.
La politica attuale non vede i cambiamenti in corso
Ma i partiti, che pur formalmente lo sostengono, sembrano quasi assenti da tale impegno. Indaffarati come sono a combattere una infinita “guerra civile” di tipo ideologico. In una sorta di fuga dalla realtà che fa il giuoco dei nostri soliti opposti estremismi ma anche di chi, a livello internazionale, punta a destabilizzare l’Italia.
In vista dell’ormai imminente battaglia che segnerà la linea di demarcazione della politica prossima ventura: quella tra il partito Atlantico ed il partito Cinese. Sono in atto cambiamenti epocali che la politica fatica persino ad intravedere. Per via di una insufficienza culturale che la condanna a lasciare il giuoco in mano a poteri altri e per niente democratici. Come quelli della finanza e delle reti di informazione.
Occorrerebbe una generale assunzione di responsabilità, una diffusa presa di coscienza della realtà che si va modificando. Perché il pericolo, oggi, non è rappresentato dal fascismo che non c’è più bensì dall’incapacità di comprendere la nuova realtà in formazione.
Ma forse è chiedere troppo a chi non riesce a vedere oltre il proprio limitato tornaconto elettorale.
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