Repubblica – Il presidente del gruppo automobilistico italo-statunitense Fiat Crhysler Automobiles (Fca) John Elkann, erede della famiglia Agnelli, sta perseverando nella sua scommessa controcorrente sulla carta stampata in Italia. Nonostante i problemi strutturali del settore e le conseguenze della pandemia di coronavirus sull’economia italiana.
L’investimento su Repubblica da 102,4 milioni
Lo afferma il quotidiano britannico “Financial Times” commentando la notizia che Exor, holding della famiglia Agnelli, ieri 23 aprile ha completato l’investimento da 102,4 milioni di euro con il quale ha acquisito la quota di controllo di Gedi, il maggior gruppo editoriale italiano facente capo alla famiglia De Benedetti. Annunciata a dicembre del 2019, la transazione segna la fine del regno trentennale dei De Benedetti alla guida di Gedi, che impiega oltre mille giornalisti e include i quotidiani “La Repubblica” e “La Stampa”, il settimanale “L’Espresso” e tre stazioni radio a diffusione nazionale.
De Benedetti
Nell’editoria italiana, l’acquisizione di Gedi da parte di Exor è ampiamente considerata un ritorno degli Agnelli in un settore di cui sono stati a lungo protagonisti. Come nota il “Financial Times”, nel 2016 Exor aveva venduto “La Stampa” ai De Benedetti, ma l’anno prima era diventata il primo azionista del settimanale britannico “The Economist”, rinnovando la passione per i mezzi di informazione nutrita dal nonno di Elkann, Gianni Agnelli.
A ogni modo, secondo il “Financial Times”, l’acquisizione di Gedi non è “né un trofeo né frutto di nostalgia, ma un investimento”. Elkann è, infatti, convinto di ottenere un successo commerciale dall’operazione ed ha dei piani dettagliati per riuscirci.
Il presidente di Fca
Nonostante le perdite per 129 milioni di euro registrate da Gedi nel 2019 e quelle che faranno seguito alla crisi innescata dal coronavirus. Il presidente di Fca è sicuro che Gedi possa tornare a fare profitti, producendo giornalismo di qualità. I primi obiettivi saranno il potenziamento delle piattaforme digitali, il taglio dei doppioni nelle redazioni locali e lo snellimento della struttura complessiva del gruppo. Tuttavia, la strategia di Elkann potrebbe incontrare diversi ostacoli.
Elkann sembra non preoccuparsi
In primo luogo, la possibile opposizione nelle redazioni soprattutto dei quotidiani “La Repubblica” e “La Stampa”. Dove è diffusa la preoccupazione per una maggiore interferenza della proprietà linea editoriale e per tagli del personale. Elkann sembra non preoccuparsi più di tanto ed è davvero convinto che “innovazione e trasformazione digitale” getteranno le basi del giornalismo del futuro.
Silvia Sciorilli Borrelli per “Financial Times”
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