Liceo – “Io non sono d’accordo e come me la pensano anche altre classi. Non è giusto invitare a scuola un movimento politico come le sardine”.
Nicoletta, il nome è di fantasia, ha 14 anni ma le idee già molto chiare. Non è “né di destra né di sinistra”, ma non ci sta a dover passare un’intera assemblea di istituto ad ascoltare le sarde bolognesi senza alcun contraddittorio. “Qualcuno ha proposto di invitare anche persone della fazione opposta – dice al Giornale.it – ma ci è stato detto di no”.
Siamo a Bologna, liceo artistico “F. Arcangeli”. Per sabato prossimo è prevista la più classica delle assemblee di istituto. Il titolo dell’incontro è: “Democrazia e attualità”. All’ordine del giorno appare un “dibattito” con “l’intervento di ospiti esterni del movimento ‘6000 Sardine di Bologna’”. Il dubbio è: ma che dibattito può mai esserci sulla democrazia, se si ascoltano solo le posizioni di una (definita) fazione politica?
Al Nuovo Cinema Nosadella gli studenti si riuniranno a scaglioni: prima alcune sezioni, poi le altre. Nicoletta ci andrà, perché vuole “sentire cosa diranno”. E poi c’è quella spada di Damocle che pende sulla testa di ogni alunno. L’assemblea, come accade sempre, sarà infatti considerata alla stregua di un giorno di lezioni: chi non si presenterà, verrà registrato come assente “per l’intera giornata di lezione” e dovrà essere giustificato “da un genitore direttamente sul registro elettronico”.
L’idea di invitare Santori&co. (non è ancora chiaro chi presenzierà in assemblea) è stata presentata dai rappresentanti di istituto a quelli di classe in una riunione di alcune settimane fa. Non tutti erano d’accordo, così si è arrivati ai voti. “In diciotto hanno votato a favore, otto invece erano contrari”, racconta Nicoletta. La maggioranza è maggioranza, per carità. Ma la scuola non dovrebbe favorire il dibattito critico e pluralista? “Non è giusto – insiste la 14enne – La politica deve stare fuori dalla scuola. E poi non si può invitare solo un movimento politico senza offrire una controparte”. Nicoletta non è da sola in questa battaglia, visto che “gli altri contrari la pensano un po’ come me”: “Avrebbero potuto far parlare le forze dell’ordine, magari su argomenti più interessanti, e invece hanno preferito le sardine”.
Non è la prima volta che Santori&co si ritrovano di fronte agli studenti. Nel bel mezzo della campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna avevano accolto l’invito del liceo scientifico Fermi all’Arci “Benassi” di Bologna. Anche in quel caso, nessuno a fare da contraltare alle loro tesi. “È l’ennesima dimostrazione di come le cosiddette sardine e la sinistra non siano ‘democratici’ come si professano – attacca Stefano Cavedagna, portavoce nazionale dei giovani di FdI – Dedicare un’intera assemblea d’Istituto a far parlare un unico movimento politico senza contraddittorio non è democratico. Che poi questo succeda in una scuola è ancor più grave”. Per FdI è “triste”, “pericoloso” e “antidemocratico” che le “istutizioni scolastiche, che dovrebbero essere imparziali ed educare i nostri giovani, vengano utilizzate dalla sinistra come strumento per la propaganda e l’indottrinamento”. La domanda è: “Se qualcuno avesse organizzato un’assemblea con unico relatore Giorgia Meloni”, cosa sarebbe successo?
Il caso ora rischia anche di avere strascichi politici. “Il Comune non dice niente? Noi ci aspettiamo una condanna”, sospira Cavedagna. “E poi valuteremo se ci sono gli estremi per chiedere un intervento del garante dei minori e del garante degli studenti. Ora basta”.
Giuseppe De Lorenzo per www.ilgiornale.it