Che belle le auto elettriche: pulite, ecologiche e silenziose. Sono il futuro. La pubblicità e i giornali, per non parlare dei politici, ci fanno intendere che quando saremo tutti su auto elettriche, il mondo sarà tutto fiori e arcobaleni. E questo ipotetico mondo dovrebbe cominciare nel 2035. Evviva.
Ma solo in Europa. Continente schiavo di multinazionali ed interessi economici. In altre zone del mondo come la Cina, l’India, il Sud America, dell’elettrico se ne fottono. E alla grande. E l’inquinamento vero e proprio viene da lì, mica da Rotterdam, tanto per citarne una a caso.
Ora facciamo un esercizio mentale. Andiamo a domenica scorsa, tarda serata. Il grande contro esodo del ponte del 2 giugno. Chilometri di auto bloccate per il semplice traffico. Ma… ops, le auto sono tutte elettriche. Aria condizionata? Non se ne parla neppure. Mica possiamo rischiare di scaricare la batteria. Basterebbero poche auto in coda con la batteria a terra e il traffico si paralizzerebbe. Quindi: auto spente e tutti fuori a boccheggiare. E menomale che è una bella giornata e le temperature, con l’avanzare della notte si fanno più miti.
E con la neve?
Vi ricordate il 17 dicembre del 2010? Io benissimo. Nevicata straordinaria su tutta l’Italia. Io fortunatamente ero in città e ho avuto qualche disagio. Ma migliaia di italiani hanno dovuto passare la giornata e la notte in autostrada bloccati dalla neve.
E se quelle migliaia di autovetture bloccate fossero state elettriche? Morte. Le batterie ed il freddo non vanno proprio d’accordo. Accendere il riscaldamento? Certo, ma per quanto? Stare fuori auto pure peggio. E i soccorsi? Elettrici pure quelli. Si sarebbero formate file ininterrotte di auto elettriche morte. E, purtroppo, anche qualche morto.
Ma guai a dirlo. I talebani dell’elettrico insorgono.
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