Devo fare i miei migliori complimenti al Movimento 5 Stelle: il teatrino della politica non era mai stato così divertente da parecchi anni.
Ricapitoliamo brevemente le vicende di questi ultimi dope essere stati al governo con la Lega, i pentastellati hanno deciso di allearsi al PD. Pochi mesi fa sono poi confluiti in quel bel calderone che è il governo Draghi: alla faccia del vincolo di mandato!!
I 5 Stelle sono sempre stati iper-giustizialisti, al punto di voler abolire la prescrizione, salvo riscoprirsi improvvisamente garantisti quando la prole del Caro Leader è stata accusata di stupro.
Liti personali
Poi sono venute le liti personali: il distacco di Casaleggio ha privato i pentastellati della spina dorsale, la Piattaforma Rousseau, al punto che abbiamo potuto assistere al paradosso di un movimento politico che non aveva idea di chi fossero i propri iscritti. Dopo che i pentastellati son riusciti a recuperare Rousseau grazie al Garante della Privacy, ecco ora la lite furiosa tra Grillo e Conte. Lite sostanzialmente tra le due facce di quella che vorrebbe essere l’antipolitica ma riesce solo ad essere il più indeciso dei trasformismi.
Ricordiamoci infatti come sono nati i 5 Stelle, con quel gigantesco Vaffanculo rivolto al mondo della politica quel 14 Giugno del 2007. Ricordiamoci come hanno cavalcato il malcontento popolare, come hanno propugnato il giustiliziasmo per abbattere un mondo politico corrotto, come hanno invocato le misure più draconiane per combattere il trasformismo, come hanno stigmatizzato le lotte di potere, il teatrino della politica, l’attaccamento alle “poltrone”.
Complimenti
Complimenti: in soli 14 anni sono riusciti a diventare esattamente uguali a coloro che volevano combattere, senza avere neanche quel minimo di storia e di tradizione politica, di spessore culturale ed ideologico che persino i più scalcinati tra i loro “avversari” riescono a vantare.
Per non parlare poi della corruzione: se risultasse vero che i grillini hanno preso i soldi venezuelani, avrebbero avuto il “privilegio” di essere finanziati da una narcodittatura corrotta e sanguinaria. In poche parole, avrebbero costruito il proprio successo politico sulla fame e gli stenti di un popolo che riesce a mala pena a sopravvivere.
Conclusioni
Dulcis in fundo, parliamo del Caro Leader, Beppe Grillo: fautore della democrazia diretta fintanto che questa coincide con la sua volontà o che riesce a piegare la piattaforma Rousseau ai propri diktat, il comico genovese attacca senza misericordia qualunque personaggio che riesca minimamente a fargli ombra. Ha cominciato con Casaleggio per poi passare a Conte. Chi sarà il prossimo?
Sì, decisamente i pentastellati ci riempiono di soddisfazione: ci dimostrano in maniera inequivocabile che per fare politica non basta aprire un blog e fare qualche sparata in televisione. Non basta neanche radunare qualche migliaio di persone in piazza per fanculare la classe dirigente.
Ci vuole un percorso, che spesso dura tutta la vita, un percorso fatto di passione e impegno civico.
Altrimenti, è solo un cambio di palco scenico.
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