Il mantra della prossima settimana
Dal Boccia/Sangiuliano al neoministro senza laurea.
Un mantra dovrebbe produrre “Un suono armonico, ripetitivo e costante che, come un’onda, aiuta a eliminare il superfluo dalla nostra mente perché canalizza i nostri pensieri elevandoci a uno stato meditativo profondo”
In realtà quello relativo all’affaire suddetto tutto ha fatto anziché aprire la mente.
Non è stato possibile passare una giornata nelle nostre normali location,senza sentir risuonare il mantra Maria Rosaria, Gennarì Genny Gennaro. A meno che ci si avventurasse in boschi o montagne. Ovviamente senza telefonino.
L’Italia ha dunque e finalmente un nuovo ministro della Cultura
Il tutto si è consumato in un paio di giorni con tira molla e lasciandà..
In diversi decenni dal dopoguerra, io c’ero, nonostante diversi scandali di cui risparmio nomi e cognomi, difficilmente siamo stati, noi comuni cittadini subissati da continue informazioni tediose come in questo caso.
In seguito al quale , Gennaro Sangiuliano presenta le dimissioni, prontamente respinte dal Presidente del Consiglio, come consuetudine
E qualcuno si sta ancora chiedendo le motivazioni. Dice che trattasi di strategia politico istituzionale. Il giorno dopo, il giornalista Alessandro Giuli, già in pole position per il ministero eventualmente vacante, seguito da Buttafuoco, ha un appuntamento con il Capo dello Stato. Qualcuno, per un attimo distratto a causa di una gita settembrina in montagna o al mare, prende atto che qualcosa deve essere successo. Ah, si, se c’è un giuramento ci saranno state le dimissioni e, stavolta, accettate.
Alle 19 in punto, dunque il Giuli giura nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella, come nuovo titolare del dicastero
Si chiama Alessandro Giuli, ha 49 anni, è romano, sposato con 2 figli.
E non ha alcuna laurea
Questo lascia perplessi tanti cittadini che non sono al corrente del fatto che per fare il ministro, la Costituzione non prevede alcun titolo accademico. Al momento anche la sottoscritta nella crassa ignoranza che la contraddistingue sule norme costituzionali, si chiede com’è che il ministro della cultura non sia laureato.. Del resto, ci diciamo sempre che nessuno è tuttologo. Ma, a differenza di tanti altri che hanno già comprato il megafono per urlare allo scandalo, comincio a ragionare. E mi faccio un paio di domande. Innanzi tutto vado su google che sa tutto per chiedere che studi ha fatto il neo ministro.
Mi risponde che ha fatto il classico
Per me è sufficiente da amante integerrima di un corso di studi che prevede lo studio del greco e del latino oltre filosofia e altre materie. Per altro il Nostro ha completato il ciclo di studi accademici con tutti gli esami. Tutti con 30/30 . Lode non pervenuta, almeno non trovata da me. Mi chiedo perché non ha discusso la tesi e mi convinco che forse non ne ha avuto tempo avendo iniziato la carriera di giornalista che, negli anni, lo ha acculturato sicuramente più di una semplice discussione di tesi per il conseguimento della laurea.
In fondo gli studi pre maturità, specie quelli del liceo classico, riescono a dare una base culturale notevole, completata dopo una scuola media come quella di una volta. Giuli è giovane e non so che tipo di media, inferiore e superiore abbia fatto
Pensandoci bene anche senza ricorrere a google rifletto che in fondo la laurea è quasi sempre tecnica e riferita a una futura professione. Medico, farmacista, ingegnere, architetto.. e via discorrendo.
Ma, dato che sono curiosa, almeno quando scrivo, mi informo anche su altro. Come si diventa giornalista senza laurea.. E vengo a sapere che “basta sfruttare blog e canali web per produrre contenuti e accumulare esperienza. Dopo svere collaborato in modo continuativo e retribuito con Testate giornalistiche per almeno due anni è possibile richiedere l’iscrizione all’albo dei pubblicisti”.
Ho pensato che Alessandro, questo voleva fare, non il filosfo o l’insegnante. Per questo, sì. sarebbe stata obbligatoria la laurea.E mi sono messa l’animo in pace. Mi auguro che come me lo facciano tutti.
Per quanto riguarda le sue posizioni politiche, riportiamo un breve stralcio di un’intervista rilasciata a ‘7’, il settimanale de ‘Il Corriere della Sera’.
“La destra europea è molto variegata – ha detto Giuli -: si va da posizioni reazionarie quasi da controriforma alla visione ampiamente libertaria del Nord Europa. Sottolineo però che essere pro-life non significa in alcun modo attentare al diritto delle donne di decidere del proprio corpo. Ciò detto – ha concluso sul tema -, mi piacerebbe un blocco più disponibile a parlare di Dei-Patrie-Famiglie e a difendere i propri valori, piuttosto che sembrare incline a vietarne altri”.
Per chi vuole sapere di più sul CV del neo ministro, eccovi serviti.
“Da novembre 2022 presidente della Fondazione Maxxi, che gestisce il Museo nazionale delle arti del XX secolo, Giuli è un giornalista e scrittore. Da giovane ha militato in Meridiano Zero, movimento di destra nato nel 1991 da alcuni gruppi che avevano lasciato il Fronte della gioventù, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano.
Ha conseguito la maturità classica nel 1994 con 60/60 al liceo Tasso di Roma, dopo di che si è iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma senza però laurearsi. Come si legge sul suo curriculum vitae, “ha sostenuto l’intero ciclo di esami (30/30) senza discutere la tesi di laurea”.
Nella sezione del cv dedicata alla formazione, Giuli riporta di aver collaborato con la cattedra di Scienze politiche dell’ateneo romano e con la ‘Rivista internazionale di Filosofia del diritto’, oltre ad aver organizzato convegni nazionali e internazionali di Filosofia, Scienze politiche e Letteratura
La carriera del nuovo ministro
Alessandro Giuli ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1996 a ‘L’Umanità’, quotidiano del Partito socialdemocratico italiano (Psdi) come editorialista e collaboratore culturale. Nel 2003, durante gli anni dell’università, mai conclusa, ha iniziato a lavorare alla ‘Vespina’, un’agenzia di stampa fondata e diretta dal giornalista Giorgio Dell’Arti.
Da lì nel 2004 è passato a ‘Il Foglio’ di Giuliano Ferrara come redattore politico, per poi diventare vicedirettore e, in seguito, condirettore tra il 2015 ed il 2016. Lasciato ‘Il Foglio’, è andato a dirigere ‘Tempi’, rivista di orientamento cattolico e conservatore
Negli anni il neo ministro della Cultura ha collaborato con diversi giornali, tra cui ‘Libero’ e ‘Il Tempo’, e programmi televisivi. Fra 2019 e 2020 è stato ospite fisso della trasmissione ‘Patriae’, condotto da Annalisa Bruchi su Rai 2. Nel 2020 ha condotto con Francesca Fagnani ‘Seconda linea’ su Rai 2, chiuso dopo solo 2 puntate.
Giuli è autore di alcuni libri fra cui: “Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti” (2007); “Venne la magna madre. I riti, il culto e l’azione di Cibele romana” (2012); “Gramsci è vivo. Sillabario per un’egemonia contemporanea” (2024)
Il 23 novembre 2022 l’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano lo ha nominato presidente della Fondazione Maxxi.
Il 6 settembre è stato nominato ministro della Cultura. La prima prova da ministro sarà il G7 della Cultura a Napoli dal 19 al 21 settembre.
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