Andrea Severini è un tecnico del suono di una radio della Capitale, oltre ad essere il marito di Virginia Raggi. Un’ombra discreta ma iper premurosa, sempre un passo indietro rispetto “alla regina di Roma” come i pentastellati più sfegatati (quei quattro che son rimasti) chiamano la sindaca.
Ma se davanti alle telecamere Severini tace e tende a non comparire, sui social si sfoga. Lo fa da sempre, da oltre tre anni. Da quando la moglie è stata eletta, appunto. Ma sono sfoghi d’amore, attenzione, quelli del marito sconsolato capitolino.
Verso mezzanotte, da un po’ di tempo, ha iniziato a pubblicare foto del letto vuoto, pentole piene di legumi, melanzane alla parmigiana… con una metà ancora da mangiare. Dall’ufficio stampa della Raggi fanno sapere che, nel rispetto della tradizione romana, a breve sarà il turno dell’abbacchio.
Seguono ironiche didascalie: «Anche oggi torni domani». «Anche stasera cena fredda». E a seguire: Raggi dimettiti, ha ragione Salvini. Come dire: mia moglie lavora, basta critiche. La rivoluzione non sarà un pranzo di gala, ma forse somiglia a una cena in casa Raggi-Severini.
E’ proprio vero che non esistono più gli uomini di una volta. Lo sfogo del marito scalda-minestra messo in piazza su Facebook è di raro squallore. La melanzana che si raffredda, il letto senza di te, la coda alla vaccinara, sembra Casa Vianello in versione trash.
Parliamo del sindaco della seconda città dell’Unione europea: Roma. Cinque milioni di persone.
Non ci resta che sperare nella mannaia dell’algoritmo di Zuckerberg.