Le radio e TV locali che manderanno in onda i notiziari e le veline del governo Conte in tema di Covid-19, la cosiddetta informazione sanitaria, avranno sovvenzioni da un apposito Fondo di emergenza creato ad hoc.
Con tanto di tariffario e tabella di passaggi giornalieri e relative sovvenzioni.
Il pensiero, quindi, corre subito alle tabelle da case da appuntamenti con il corrispettivo di ogni prestazione.
Ecco servita la libertà di informazione ai tempi del Covid-19 e del governo rosso-giallo.
Il MinCulPop
Il regime fascista, si sa, come tutti i regimi totalitari, faceva della propaganda uno dei poteri forti del proprio consenso.
Giornali e radio erano quindi fortemente invitati a collaborare al rafforzamento dell’immagine del Duce e della sua politica, tutto l’apparato statale tendeva a creare un’aura di mitizzazione e glorificazione delle posizioni del partito.
Il 27 ottobre 1923 Mussolini fissò, con queste chiare parole, la concezione fascista del giornalismo. “Desidero che il giornalismo si renda conto delle necessità storiche, di certe ineluttabilità storiche; desidero che il giornalismo collabori con la Nazione”.
Del resto Mussolini, essendo stato giornalista, prima che politico, si rese conto immediatamente dell’importanza fondamentale della stampa per imporre il suo potere, soprattutto attraverso i giornali.
Cosi il Ministero della Cultura Popolare era il dicastero che durante il ventennio si occupava della propaganda del regime.
Il 6 settembre 1934 Mussolini abolì l’Ufficio Stampa del Capo del Governo e lo sostituì con il Sottosegretariato per la stampa e la propaganda nominandovi sottosegretario per la stampa e la propaganda Galeazzo Ciano.
Gli concesse la piena autorità di emanare decreti e prendere decisioni sulle questioni riguardanti la stampa e la propaganda.
Questo rappresentava un passo avanti nell’unificazione di propaganda e cultura fascista.
Lezione imparata
Forte di una indubbia preparazione storica, il BisConte ha prontamente messo in campo la sua versione moderna dell’addetto alla propaganda sanitaria e terroristica sul Coronavirus.
Quale migliore strumento che un finanziamento statale, per far avvicinare alle proprie posizioni le emittenti radio-tv che si impegneranno a trasmettere i messaggi istituzionali sulle proprie frequenze?
Presto fatto, nel Decreto rilancio si è passati all’azione.
Sul sito del Mise
Sul sito del MISE, Ministero dello sviluppo economico, QUI si può apprendere che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n 279 del 9 novembre il Decreto del 12 ottobre del Ministero dello Sviluppo Economico. Esso definisce i criteri di verifica e le modalità di erogazione degli stanziamenti di 50 milioni di euro previsti dal “Fondo emergenze emittenti locali”, istituito dal decreto Rilancio.
Un fondo emergenze, che di fatto persegue un obiettivo del tutto diverso, ovvero porre un bavaglio alla libera informazione e appiattire sulle posizioni governative ogni dissenso in tema Coronavirus.
Una via tracciata che si potrà applicare a tutte le tematiche care all’esecutivo: dall’inquinamento alla green economy passando per politiche di redistribuzione della ricchezza.
In una parola la creazione di una cassa di risonanza e una compagine di media che molto si avvicinano a quella di regime, più di quanto non siano già adesso, senza possibilità di contraddittorio o di dialogo.
Una radiotelevisione di spot governativi.
Cosa nasconde il Fondo Emergenze
Continuando nella lettura del Bando pubblicato sul sito Mise, leggiamo.
Alle emittenti radiofoniche e televisive locali che si impegnano a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionali relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi è riconosciuto, per l’anno 2020, un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19.
All’atto della domanda i soggetti si impegnano formalmente a mettere a disposizione gli spazi informativi appositamente indicati per la trasmissione dei messaggi di comunicazione istituzionali ricevuti.
In fase di compilazione della domanda, si dovrà specificare:
- il piano di messa in onda dei messaggi informativi
- la sequenza dei passaggi giornalieri con l’indicazione dell’orario.
Eventuali variazioni relative alla programmazione dei piani di diffusione dovranno essere comunicate tempestivamente all’indirizzo di posta elettronica del Ministero.
Il tariffario
A corollario della evidente pressione alimentata a mezzo di contributi economici sulla libera informazione, il vero capolavoro.
Un tariffario in piena regola sulla quantità ed entità dei passaggi televisivi, con tanto di contributo riconosciuto per fasce orarie.
Così, leggiamo che a fronte di 750.000 euro ci dovranno essere minimo 20 passaggi giornalieri, distribuiti nelle fasce più seguite.
20 passaggi al giorno sono praticamente, si badi bene, uno all’ora. Un vero bombardamento.
40.000 euro invece il contributo minimo per 11 passaggi.
Per chi proprio non ce la fa a farne di più.
Con buona pace della libertà di informazione.
Che fa raddoppia?
La tabella
Di seguito il prospetto di contributi e messaggi minimi estrapolato dalla Tabella allegata al decreto.
Essa riporta anche come dovranno essere distribuiti nell’arco temporale: minimo saranno 10 giorni anche non continuativi di diffusione nel periodo compreso tra la scadenza del termine fissato per la presentazione delle domande e il 31 dicembre 2020.
30 giorni anche non continuativi di diffusione nel periodo compreso fra l’1gennaio e il 28 febbraio 2021 e 20 giorni anche non continuativi di diffusione nel periodo compreso fra il 1 marzoe il 30 aprile 2021.
TV COMMERCIALI |
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Fondo Emergenze Emittenti Locali (art 195 DL34/2020) |
Numero minimo di passaggi giornalieri | Numero minimo di messaggi garantiti e suddivisione per fasce orarie |
Oltre 750.000 euro | 20 | Min. 6 fra le h. 6.00 e le h. 12.00 Min. 6 fra h. 12.01 e le h. 18.00 Min. 6 fra le 18.01 e le h. 24.00 Min. 2 fra le 00.01 e le h. 5.59 |
Da 150.000 a 750.000 euro | 18 | Min. 5 fra le h. 6.00 e le h. 12.00 Min. 5 fra h. 12.01 e le h. 18.00 Min. 6 fra le 18.01 e le h. 24.00 Min. 2 fra le 00.01 e le h. 5.59 |
Da 40.000 a 150.000 euro | 14 | Min. 4 fra le h. 6.00 e le h. 12.00 Min. 4 fra h. 12.01 e le h. 18.00 Min. 4 fra le 18.01 e le h. 24.00 Min. 2 fra le 00.01 e le h. 5.59 |
Fino a 40.000 euro | 11 | Min. 3 fra le h. 6.00 e le h. 12.00 Min. 3 fra h. 12.01 e le h. 18.00 Min. 3 fra le 18.01 e le h. 24.00 Min. 2 fra le 00.01 e le h. 5.59 |
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