Il mondo delle università è in pieno fermento antisemita
Gruppi di studenti ideologicamente innamorati di una terra che nemmeno conoscono invadono spazi pubblici, condizionano atenei (molti ben contenti di essere condizionati!!) e si pongono in modo arrogante pretendendo l’interruzione di collaborazioni accademiche e scientifiche con le università israeliane, a causa di quanto sta accadendo in questi mesi in Medio Oriente.
Si tratta generalmente di persone provenienti da vari collettivi universitari – con una precisa matrice politica – armati di bandiere palestinesi e rigorosa kefiah d’ordinanza che, imbracciando i fucili della disinformazione calpestano tutto ciò che è cultura, incontro, dialogo e confronto.
Cioè il fulcro degli istituti universitari
Ne abbiamo avuto prova a Pisa – dove il Rettore è stato ben felice di far parlare uno studente palestinese, figlio dell’Imam della città che non ha condannato gli attacchi del 7 Ottobre; ne abbiamo avuto una prova a Bologna, a Napoli e anche a Torino, dove con la mozione volta a impegnare il Senato Accademico a interrompere ogni collaborazione con le università israeliane hanno dato reale prova di quale sia il grado di cultura democratica e pacifica che sta dietro a queste iniziative.
Il grave, tuttavia, non è solo che certi soggetti possano con deliberata violenza psicologica tentare di condizionare gli atenei, ma anche che questi atenei assecondino – come accaduto a Torino – le deliranti follie di questi pro-pal.
Votando a favore del boicottaggio universitario
Un clima dunque sempre più pericoloso e violento che apre le porte a una preoccupazione forte per questa ondata di antisemitismo che sta travolgendo il nostro paese (e non solo), e che lascia intravedere scenari ben poco rosei per gli ebrei e per chi si schiera con loro in questo difficile momento storico.
Ebbene, in questo clima denunciato più e più volte da varie Comunità ebraiche, spicca per coraggio, rettitudine e attitudine alla verità, la Professoressa Susanna Terracini.
Susanna Terracini è l’unica docente che, in Senato Accademico torinese, si è rifiutata di firmare la delibera con la quale l’organo universitario interrompeva il rapporto di collaborazione con le università israeliane.
La docente ha espressamente dichiarato che “L’abitudine del matematico è che quando si fa un enunciato, questo deve essere esatto, preciso, perché delimita un concetto ben chiaro e chi lo enuncia deve dare una dimostrazione rigorosa del perché questo vada fatto.
Nella fattispecie, ad esempio, io non vedevo pericoli di utilizzo bellico di queste eventuali collaborazioni con gli scienziati israeliani”
Con queste poche ma significative parole, la Presidente del Dipartimento Matematica dell’Università ha sottolineato con forza il dovere di verità che si sostanzia in un rigoroso onere probatorio a carico di chi prende simili decisioni circa la fondatezza dei relativi presupposti.
Tutte cose che l’università torinese si è ben guardato dal fare, assecondando gli strepiti isterici di chi grida al genocidio senza mai aver aperto un dizionario di lingua italiana
La docente continua esplicando in modo magistrale le ragioni del suo no, dichiarando che le collaborazioni fra scienziati e gli scambi fra studenti sono un fattore che porta comprensione e potenzialmente pace” ricordando ai distratti “senatori” l’essenziale funzione della cultura come veicolo sociale di vera pace (non certo quella con la kefiah che vorrebbe la resa di Israele ai terroristi).
Un elemento imprescindibile di unità tra chi condivide i valori di ricerca della verità abbattendo ogni barriera, questo il concetto espresso dalla Terracini a proposito di ciò che è e deve essere l’università. Una posizione che ricorda a tutti noi quanto importante sia il ruolo non solo dei docenti, ma di tutti quelli che fanno cultura e informazione.
Insomma, uno scacco matto a quei rettori che pavidamente assecondano la propaganda antisemita!
Così come è doveroso ricordare la Professoressa Veronese che a Pisa sta svolgendo assieme alla Presidente dell’UAII (Unione delle Associazioni Italia Israele) un mirabile lavoro di sensibilizzazione e tutela non solo a favore di verità a anche e soprattutto diretto a garantire la sicurezza e l’incolumità degli studenti israeliani che hanno giustamente lamentato un clima potenzialmente assai pericoloso e non sereno.
A fronte di questi esempi, chi siede al vertice delle università italiane che accettano il boicottaggio a danno di Israele, dovrebbe dunque passarsi una mano sulla coscienza nella speranza di rintracciare in essa un briciolo di quei valori di ricerca della verità di cui parla la Terracini.
Di una verità che ormai costantemente dal 7 Ottobre ad oggi viene violentata a favore della propaganda stucchevole che tuttavia trova ampia risonanza nel nostro paese.
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