Nel DPCM del 3 dicembre ci sono nuove limitazioni per gli spostamenti ma non vengono specificate le sanzioni.
Un vuoto normativo che potrebbe costare caro in caso di ricorsi. Per lo Stato, ai cittadini ovviamente non costerebbe nulla.
A patto di dire la verità se si si viene fermati.
Nelle ultime ore hanno fatto molto scalpore le parole del coordinatore del CTS, Miozzo.
Riguardano l’auspicio di procedere con una denuncia penale nei confronti dei furbetti. Coloro che decideranno di trasgredire le indicazioni dell’ultimo DPCM per festeggiare il Natale come meglio credono.
«Bisogna perseguirli effettivamente con una denuncia per falso in atto pubblico. Per estremizzare bisogna portarli di fronte a un giudice penale, così non c’è il rischio che si prendano sotto gamba le misure. Non può passare il messaggio che si tratta di una sorta di multa per divieto di sosta. Va a finire che qualcuno dica “chi se ne frega” lo trovi sempre».
Ma il codice penale è applicabile solo se si dichiara il falso nella autocertificazione esibita alle Forze dell’ordine.
Se si dice la verità, anche senza un motivo giustificativo dello spostamento, parrebbe,a una prima interpretazione, che non si vada incontro a nessuna conseguenza.
Un paradosso, partorito da professoroni di diritto che compiono errori marchiani.
Tipo pretendere che un DPCM, pur non avendo forza di legge, possa imporre una sanzione penale.
Questo era stato fatto a Marzo nel primo DPCM che è stato sbugiardato dai Giudici di Pace.
Ma parrebbe che neppure la sanzione amministrativa sia prevista stavolta, se ci si sposta senza una causa giustificativa.
Errori da matricola di Giurisprudenza. Da libretto in faccia e tornare al prossimo appello, grazie.
Evidentemente il Chiarissimo Prof. BisConte era troppo impegnato a scrivere la sua arringa difensiva della bionda compagna a reti unificate, per occuparsi di scrivere un Decreto con una parvenza di logicità.
Nessuna sanzione prevista
Il nuovo DPCM entrato in vigore il 4 dicembre 2020 ha introdotto nuove limitazioni per gli spostamenti per il periodo di Natale.
Ma sembra aver dimenticato di specificare le sanzioni per i trasgressori.
Questa la versione sostenuta dal Sole 24 Ore.
Ciò potrebbe comportare il fallimento dell’ultimo DPCM che punta ad evitare che si vengano a creare assembramenti sotto le feste di Natale e Capodanno.
Come spiegato da Il Sole 24 Ore, infatti, non sarà possibile neppure applicare le sanzioni indicate dagli ultimi decreti. In quanto non sembra esserci congruenza tra le norme.
Tale delibazione dovrebbe essere comunque essere sollevata in un ricorso. Ma emanare un decreto che già si preannuncia deficitario ed attaccabile è una sicura sconfitta.
Il nuovo DPCM fissa nuove restrizioni ma non ne indica le sanzioni
Il DPCM rischia di non prevedere neppure una multa per coloro che si sposteranno da un Comune o una Regione all’altra nel periodo che va dal 21 al 6 gennaio.
Ebbene, potremmo pensare che si applichino le sanzioni amministrative previste dai decreti legge precedenti. con una multa quindi che va dai 400 ai 1.000 euro.
Secondo l’interpretazione del nuovo DPCM data da Il Sole 24 Ore non potrà essere così.
Non valgono neppure le sanzioni degli ultimi DPCM
Secondo il Sole 24 Ore, le sanzioni contenute nei DPCM precedenti a quello del 3 dicembre non sono applicabili alle nuove restrizioni. Si tratta, infatti, di norme “non congruenti tra loro”.
Le sanzioni dettate dal DPCM del 3 novembre erano riferite a restrizioni sugli spostamenti interregionali riguardanti quelle specifiche aree (arancioni e rosse) dove il rischio contagio era molto alto.
Le limitazioni, quindi, erano in linea con i principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in quelle aree.
Per questo motivo quelle sanzioni non possono essere applicate alle nuove restrizioni, introdotte con una diversa finalità.
Dal momento che il divieto di spostamento tra Regioni verrà esteso su tutto il territorio. non sussiste più – infatti – il richiamo ai principi di adeguatezza e proporzionalità.
Una svista tecnica che il Governo dovrà colmare il prima possibile se non vuole rischiare il fallimento dell’ultimo DPCM.
L’ennesimo.
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