Il 2 giugno del 1992 io lo so dove ero e cosa facevo. Avevo 25 anni e festeggiavo il mio compleanno.
Secondo me lo sanno anche i partecipanti all’incontro avvenuto sul Britannia. Il panfilo della Famiglia Reale Britannica attraccato a Civitavecchia con rotta sull’Argentario, è stato luogo per un incontro che era un convegno sulle privatizzazioni in Italia.
Si è scritto molto nel tempo su questo argomento, tanto che anche adesso a giugno 2021 ne ho fatto argomento di uno dei miei articoli. Teorie del complotto, di quale complotto? Nel 1992 l’Italia aveva un sacco di problemi. Forse era anche tecnicamente fallita, e per non farla fallire, privatizzare le aziende di stato era l’unico modo per salvarla. Ma sarà vero? Una vera lotta alla grande evasione fiscale non fu mai fatta. Riforme sociali per favorire la famiglia nemmeno. Di una concreta riforma per favorire lo sviluppo imprenditoriale di tipo organico non se ne è mai vista l’ombra. Allora con la svendita dello Stato “lo Stato” divenne più efficiente? No. Neanche l’efficienza fu in grado di recuperare.
Il 1992 fu un anno veramente difficile per le sorti della Repubblica. Dimenticato perché fa comodo dimenticarlo. Per non dover dire che eravamo in bancarotta. Per non dover dire che non potevamo entrare in Europa in quelle condizioni.
Draghi e gli altri
Su quella nave, a quel convegno c’era un bel parterre “de roi”. Soprattutto c’era il Direttore Generale del Ministero del Tesoro, il nostro campione Mario Draghi.
Cosa disse, in sintesi nel suo intervento, eccovelo proposto: bisognava vendere le azioni di aziende pubbliche, perché i mercati erano la strada per la crescita, arrivare alla public company e finirla con il controllo politico delle stesse aziende, con riflessi anche sul tema della occupazione con maggiore disoccupazione all’inizio, cercando nel tempo di ridurre i senza lavoro, “questo processo lo richiede Maastricht, facciamolo prima noi, ma va deciso da un esecutivo forte e stabile. Ridurremo così il debito pubblico”.
Le sorti del paese stavano cambiando per la crisi della politica e l’intervento della magistratura. Ai partecipanti a quel convegno era chiaro che l’Italia così come costruita soprattutto tra gli anni ’70 ed ’80 non andava più bene.
Sono passati molti anni da quel “complotto?”, 29 per l’esattezza. Io adesso ne ho 54. E nelle parole di Mario Draghi mi ci riconosco ancora oggi. Quello che manca all’Italia è un esecutivo forte e stabile. Lo sanno anche i muri. E pure liberista.
Dal 1992 è cambiato qualcosa?
In 29 anni, dopo quel viaggio tra Civitavecchia e Porto Ercole, un posto di mare famoso per la spiaggia “la Feniglia” dove nel 1610 morì di stenti un malato Caravaggio abbandonato dai suoi natanti, ditemi cosa vedete di veramente cambiato.
La situazione politica ha visto tutto ed il contrario di tutto in questi 29 anni. Neanche la stabilità siamo riusciti a mantenere con governi sorretti da 100 parlamentari di maggioranza. Accozzaglie per resistere e stare insieme per le nomine ne abbiamo viste in quantità industriale.
Sicuramente avranno messo a posto i temi macroeconomici in questi lustri? No. Crescita sempre prossima alla zero del PIL, più in difetto che in eccesso, debito pubblico esploso, disoccupazione media del 10%, rifiuti tossici e reati ambientali di tutti i tipi anche nelle regioni dove ci si fregia di essere “ambientalisti”. Per non parlare in ultimo dei problemi del terzo potere dello Stato: la magistratura. Un caos in campo informativo unico. Continui programmi di intrattenimento che dire beceri equivale a fargli un complimento.
E se lo scopo di quel post Britannia fu quello di creare un’egemonia volta a realizzare un continuo Caos per inserirsi e piegare a interessi finanziari di tutti i tipi sul nostro Paese? Può essere. In fin dei conti le persone sul Britannia conversarono per dare un aspetto migliore al Paese anche perseguendo interessi particolari ma legittimi. Ma il Caos è stata la successiva reazione che ha reso ingovernabile il Paese.
Quindi: si può governare le variabili macroeconomiche in un continuo Caos? No. La stabilità è la forza dell’esecutivo nell’azione di governo. Oltre alla vendita delle nostre aziende pubbliche sul Britannia, Draghi allora come oggi aveva ragione da vendere.
La colonna sonora che mi ha accompagnato oggi è “Blue Monday” dei New Order.
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