Il Papa e il rischio di voler seguire i tempi

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Il Papa e il rischio di voler seguire i tempi

Sicuramente la chiesa deve tenere conto dei tempi. L’evangelizzazione, deve avvenire in modo da poter raggiungere le masse. Comprendendo anche lo spirito del momento, le condizioni.

Il messaggio del vangelo è, per chi crede, sempre attuale. Ma va declinato cogliendo anche le opportunità che offre a realtà. La coscienza del momento storico che si vive.

Valori eterni

Se però questi valori sono eterni, ovviamente capire i tempi non può essere sufficiente a giustificare un eventuale rincorrerli.

La chiesa è una fortezza, una roccia. Di Fede e di Valori. E lo è semplicemente perché la religione è custode di valori, che vanno declinati in modo da essere comprensibili in questo tempo; ma sono valori giusti per ogni tempo. Altrimenti non si può più parlare di religione.

Altrimenti il senso della realtà prevarica la Fede. Allora ci si trova  davanti ad un’istituzione che mette avanti il voler essere accettata. Che si fa condurre. Non che guida.

Oscurantismo o rigore?

Giovanni XXIII aveva ben capito che la chiesa non poteva più essere quella della messa all’indice e della scomunica. Non perché questi istituti non si siano mantenuti. Ma perché la chiesa non aveva e non ha più un impianto in grado di portare con questi strumenti l’evangelizzazione e la sua missione nel mondo moderno. Adeguò gli strumenti allo scopo. Ma non dimentico’ mai lo scopo.

Non rincorse il consenso. Cercò di ampliare la tribuna dei fedeli. Non di venire incontrò e di cedere sulla dottrina, per far contento chi non era convinto del messaggio.

Giovanni Paolo fu il grande continuatore di questa riforma della chiesa. E Joseph Ratzinger sicuramente, anche vista la grande caratura intellettuale del personaggio, un successore in linea con questo spirito.

Papa Francesco

Papa Francesco non è un ingenuo, né un parroco di campagna, come sostengono alcuni. È un uomo che ha saputo confrontarsi con una dittatura. Avere rapporti importanti con essa ed assurgere ad eroe dei cosiddetti progressisti.

È politicamente astuto e cauto. Geniale e spregiudicato. Però potrebbe essere sopraffatto dal vizio dei politici: il voler piacere.

Credo gli sarebbe utile ricordarsi delle riflessioni che a suo riguardo fece qualche anno fa, un certo non clericale, Paolo Villaggio: “Renzi ad esempio deve piacere a tutti perché è un politico. Deve fare grandi numeri. Temo che anche il Papa, che parla come Papa Giovanni, che è un bacia bambini; appena vede un bambino, lo punta e lo va a baciare. Il Papa e Renzi sono il trionfo dell’ovvio. Questo Papa si affaccia alla finestra e dice: “Buon pranzo!” Dice cose ovvie! Renzi e il Papa non possono essere completamente normali e buoni. Il politico si maschera da buono perché cerca il consenso. I grandi buoni oggi si vergognano della loro bontà”.

Il consenso del momento contrasta con l’eterna ragione che è alla base della fede.

 

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