Il PD alla frutta

Il PD alla frutta.Qualcuno probabilmente arriverà a dire, che è la qualità degli avversari ad aver sbaragliato la sinistra. Niente di più falso, e niente di più antistorico.

Un suicidio politico

La sinistra in Italia è stata egemonizzata per decenni dal PD. E la crisi della sinistra è la crisi del PD. Un partito che si è suicidato da solo.Il Partito Democratico ha determinato di per sé stesso le cause  ragioni della propria debolezza.

La crisi di questa sinistra guidata dal Partito Democratico, è tutta prevalentemente di natura interna. I fattori esterni e la capacità degli avversari, sono elementi di fronda, ad una grave crisi d’identità.

Le ragioni della debolezza

Per prima cosa il Partito Democratico ha rotto con la tradizione comunista. Probabilmente condizione essenziale per accreditarsi, verso gli ambienti internazionali, come affidabile. Ma la rottura è stata troppo netta, con tutta l’eredità comunista. Senza avere un grande modello alternativo.

Una frattura esagerata in tutti i settori. Ad esempio con la tradizione delle politiche sociali della sinistra. Non c’è niente di più agli antipodi del PD, rispetto alla politica sociale dei comunisti di un tempo.

Convinti che il capitalismo avrebbe vinto, e diffuso benessere, si sono arresi al mercato. Dopo la caduta del muro di Berlino. Scioccando una base che aveva creduto in un mondo alternativo. Anche perché quel partito, aveva sempre detto di crederci.

Radicali vs Cattolici

Al posto dei diritti civili, hanno inserito i diritti sociali. Battaglie che non erano estranee  del tutto al mondo comunista, come quella sul divorzio, per l’aborto. Affiancate ad alcune più nuove, per  come i diritti degli omosessuali, dei transgender.

Anche se non del tutto incompatibili al mondo comunista, erano istanze predominanti della cultura radicale. Venivano nettamente in subordine rispetto alla grande politica economica ed alla forte attenzione ai diritti sociali, oggi del tutto dimenticati.

In tutto questo il Partito Democratico pretende anche di essere punto di riferimento per i moderati e per i cattolici. Non che sia nuovo il fatto di poter fare i baciapile, e predicare temi contrari alla chiesa. È però ovvio che questo porti delle difficoltà, di coerenza con gli elettori.

Spesso l’elettorato cattolico nel Partito Democratico è frustrato. Mentre invece l’elettorato più militante ed intransigente sui diritti civili deluso. Ciò crea un malcontento generalizzato. Frutto dell’eccessivo equilibrio tra le due parti.

Togliatti e il PD

Non è più un partito di massa il Partito Democratico. È un partito di élite. Un partito che si rivolge alle élite. Il partito della conservazione dello status quo. Ha deciso di recidere il suo legame con i deboli, per affidarsi a un eventuale redistribuzione, frutto del buon cuore dei forti.

C’è una frattura totale, con il pragmatismo di Palmiro Togliatti. Quel Palmiro Togliatti che sapeva comprendere le sfumature della società italiana. Essere duttile come quando, non si schierò per la collettivizzazione delle terre, ma in favore della piccola proprietà dei contadini. Comprendendo che molti preferivano passare a coltivare la loro terra, dal coltivare la terra dei padroni, che la terra comune. O quando citò Maria Goretti, in riferimento a come doveva essere una giovane comunista, comprendendo il forte legame degli italiani con il mondo cattolico.

Oggi il Partito Democratico non è più proprio in grado di parlare con la società italiana. Non la capisce, non la vive, è amministrato da gente che si mette sul piedistallo.

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