IL PD DI ELLY, UNA PICCOLA WOODSTOCK IN SALSA CENTRO SOCIALE
Non li hanno visti arrivare e se li sono ritrovati in casa, anzi al timone, i sessantottini fuori tempo massimo, che nel ’68 nemmeno erano nati e che oggi non sembrano altro che una grottesca macchietta politica, purtroppo, con rappresentanza parlamentare.
Una piccola Woodstock, superata dalla storia e riapparsa sulla scena politica italiana grazie alle peripezie dialettiche del nuovo corso PD, sotto la guida della segretaria di piazza e di slogan, alla costante rincorsa della sinistra massimalista, terzomondista, radicale e populista
Dopo i tanti slogan di questi due anni di segreteria che ripercorrevano punto per punto proposte che, nel migliore dei casi, riportavano alla memoria il Rolex, il Cashmere e la Erre Moscia di Fausto Bertinotti, nell’ultima settimana l’italo-svizzera è forse riuscita in un’impresa ancora più audace, riassumibile nel refrain “mettete dei fiori nei vostri cannoni”, parlando di difesa comune ed esercito europeo.
La sua dichiarazione “Siamo per la difesa comune, ma non per il riarmo”, porta a pensare che per il PD e la sua segretaria, l’esercito dovrebbe essere pronto a combattere a cuscinate e palle di neve e nel caso di un eventuale attacco nemico, cantare in coro “Imagine” di John Lennon o la sempre verde “Bella Ciao”, immancabile anche quando si combattono nemici immaginari
Un PD che ha relativizzato e marginalizzato i pochi pseudo riformisti rimasti e che solletica sempre più il populismo ed il massimalismo della sinistra radicale, alla costante ricerca di un nuovo consenso, al costo di ritrovarsi ad essere una copia sbiadita della coppia Fratoianni-Conte, rimanendo isolato anche nel contesto europeo.
Infatti, mentre il gruppo parlamentare dei socialisti europei, di cui il PD rappresenta una parte preponderante, si è schierato a favore del piano UE, la Schlein è stata di fatto messa in minoranza, ritrovandosi costretta a fare di necessità virtù, intestandosi come vittoria la possibilità per i Paesi membri di non attingere obbligatoriamente al Fondo di Solidarietà
Proposta, però, già fatta in sede di Consiglio Europeo dal nostro Governo, da Giorgia Meloni in persona, e proprio dal Consiglio stesso accettata.
Una narrazione presuntamente antibellicista, completamente opposta al PSE, che evidenzia ancora una volta come alla Schlein ed al suo partito, interessi unicamente lo scopo propagandistico interno: serrare le fila del cosiddetto campo largo, inseguire la sinistra estrema ed il pacifintismo a cinque stelle, cui ormai si è piegato anche Matteo Renzi, è l’unico mantra dell’azione pseudo-politica utilizzata dal PD.
Atteggiamento che sarà portato anche in piazza nel fine settimana, travestito da manifestazione per l’Europa, ma che non sarà altro che un raduno di opposizione nei confronti del Governo di Centrodestra
Governo che, nel frattempo, con la politica estera in mano al Presidente del Consiglio ed al Ministro degli Esteri, si conferma nei fatti molto più europeista di quella proposta dagli europeisti di piazza e di slogan.
Ma Elly e il suo partito sono troppo impegnati nella retorica antibellicista, antiatlantista e presuntamente europeista per accorgersene, mostrando tutta la mediocrità di una sinistra italiana già superata dal tempo e dalla storia.
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