Il Covid è sicuramente una pandemia, ma la malattia vera del millennio è il politically correct. Non ce ne stiamo ancora accorgendo (io sì, invero), ma questo modo di pensare che bisogna accontentare tutti per forza, sta scontentando la stragrande maggioranza delle popolazioni. Vin invito a leggere l’articolo L’avanzata degli imbecilli benintenzionati perché, in maniera più metodica, analizza quello che vorrei esprimere col mio gergo grezzo e da osteria.
Voglio di strarmi con lo sport e mi balzano agli occhi due notizie che mi fanno capire che il mondo sta per arrivare al capolinea:
Clamoroso a Parigi, insulto razzista del quarto uomo: partita sospesa, verrà ripresa oggi. La Uefa apre indagine
Santa pace: ora anche gli arbitri insultano? Poi vado a leggere meglio la notizia e scopro che il quarto uomo Sebastian Coltescu, rumeno, ha detto la parola che non si può dire: negru. Lesa maestà!
Peccato che negru in rumeno significa uomo di colore. Poi scopriamo che negro in spagnolo (la seconda lingua più parlata al mondo) significa nero senza alcuna accezione razzista. Maledetti perbenisti: loro sono i primi razzisti.
Non parliamo quindi di insulti razzisti, ma di differenze linguistiche. Moriremo tutti di politically correct.
Olimpiadi 2024, a Parigi il Cio abolisce la 50 chilometri di marcia: non rispetta la “parità di genere”
Facciamo una piccola distinzione: la parità di genere intellettivo fra uomo e donna non è in discussione. Anzi, spesso e volentieri, le donne hanno un’intelligenza più pronta e analitica della nostra. A livello di strategia sono imbattibili.
A livello fisico no. È inutile che i perbenisti politically correct si straccino le vesti. Gli uomini sono strutturalmente più forti delle donne. Fatevene una sana ragione.
Questo mondo sta arrivando al capolinea, se non è già arrivato. Eppure basterebbe usare un po’ di buonsenso. Altrimenti si finirà come quel tale che si tagliò il pene per far dispetto alla moglie.