Ne abbiamo parlato all’indomani della sua inaugurazione: la nuova linea tramviaria T2 è una orribile incompleta, parte dall’aeroporto di Peretola ed arriva alla Stazione di Santa Maria Novella e non solo non è nemmeno finita, ma già si trova ad affrontare una serie di problemi.
Dopo aver scomodato il Presidente Mattarella ed averlo portato a fare un giro inaugurale in una sequela di cantieri ancora aperti, a distanza di meno di un mese, il 4 marzo scorso un ‘problema tecnico‘ ha causato lo stop delle sue corse per oltre 20 minuti, nell’ora di punta, tra le 7:25 e le 7:47.
Lo ha comunicato la società di gestione Gest, a capitale francese, attraverso Twitter alle ore 7:25.
“Linea T2 momentaneamente interrotta tra le fermate “Ponte All’Asse” e “Unità” a causa di un problema tecnico alla linea elettrica. In attesa della risoluzione del problema saranno attivati bus sostitutivi che garantiranno il tratto”.
Poi, dopo 22 minuti, il secondo tweet che annunciava: “Servizio T2 ripristinato su tutta la linea (7.47). I tram tornano a circolare senza interruzioni e il servizio tornerà gradualmente regolare nei prossimi minuti. Ci scusiamo per il disagio“.
Questo si aggiunge al problema strutturale della lentezza del convoglio sulla curva di Viale Belfiore, che lunghe attese ai semafori determina agli automobilisti, costretti a fermarsi per far sferragliare la Tramvia nel mezzo della carreggiata, dopo aver attraversato Palazzo Mazzoni che ancora risulta coperto da vistose ed indecorose impalcature.
Tutto risolto? Nemmeno per sogno.
“Mestamente e con rassegnazione la gente è andata a cercare un altro mezzo pubblico che li portasse a destinazione – continua Zita -. Stiamo parlando di una moderna infrastruttura inaugurata in pompa magna dal Presidente della Repubblica meno di un mese fa e costata, pare, 10 volte il costo di identico mezzo pubblico in esercizio in altra qualsiasi città europea”.
In effetti molte perplessità aveva destato il cavalcavia di Via di Novoli, per la sua pendenza eccessiva ed il fatto che la fermata “San Donato – Università” è troppo a ridosso della salita, e non permette all’invadente e rumorosissimo treno di avere abbastanza slancio nell’affrontare l’erta ascesa.
Ma in fondo cosa si pretende per un’opera realizzata contenendo al massimo le spese: appena 18 milioni di Euro al km, con punte di 30, quando in Europa la spesa media si aggira intorno agli 8 milioni?
Volete mettere la soddisfazione di aver imbrigliato una città come Firenze, sottomottendola ad un convoglio ferroviario di superficie che invade le sue strade, ed avendo sacrificato buona parte del proprio patrimonio verde a tale meraviglia?
Tornando al problema della salita sul ponte di San Donato, ci permettiamo sommessamente di palesare un’idea: i cittadini che dovessero incautamente avvalersi di questo modernissimo mezzo di locomozione, in caso di necessità potrebbero essere invitati a..scendere e spingere, in fondo, fare un po’ di moto è tutta salute.