Primo Ministro e Ministro degli esteri? Et voilà! La politica estera italiana finalmente ha qualcuno che ben la rappresenta nel mondo e fa sentire il peso della settima economia mondiale, la nostra, ai vari interlocutori.
È il nostro Primo Ministro, anche degli Esteri a questo punto, che quando si muove, parla, dichiara, ha un effetto catalizzatore nei vari interlocutori stranieri. Forse lo capiscono meglio gli stranieri che noi italiani.
Partiamo dall’inizio per capire tale affermazione globale del nostro Primo Ministro degli Esteri.
Quando Lehman Brothers fallì, il 15 settembre 2008, si apri una crisi di liquidità a cui l’Europa rispose con la sua massima autorità finanziaria. Mario Draghi, Presidente della BCE, “wathever it takes”, disposti a tutto “to protect the Euro money”, per proteggere l’Euro, ed infatti a marzo 2009 i mercati finanziari ripresero la normalità ed il funzionamento. Forse noi cittadini italiani non ci siamo accorti che il nostro welfare, la nostra libertà economica è stata salvaguardata da questa dichiarazione che convinse il mondo che l’UE c’era. C’è.
2008 stabilità e crescita
Tutto il mondo finanziario sa bene cosa significasse all’epoca e cosa ha significato per il nostro futuro di cittadini. Stabilità finanziaria e crescita concertata con gli Stati Uniti, tenendo sotto controllo tasso d’interesse e sostenendo gli Stati Membri UE con acquisti di titoli di stato.
In effetti oggi Mario Draghi, il nostro Primo Ministro, al momento dell’insediamento ha ricevuto attestati di stima da Capi di Stato accalorati e pieni di entusiasmo, che trasparivano anche un messaggio chiaro: “Mario se hai bisogno noi ci siamo”.
Draghi, l’unico a schierarsi contro i turchi
Devo dire che avevo sottovalutato questo aspetto all’inizio. Ma quando la sig.ra Von der Lyen si è trovata in imbarazzo non solo come donna ma anche e soprattutto come Presidente della Commissione UE (cioè il Presidente del Consiglio UE) di fronte al Presidente Turco Erdogan, ma soprattutto di fronte al Presidente del Parlamento UE sig. Michel per una questione banale di posti a sedere, che con un po’ di buona educazione poteva essere pure un simpatico siparietto, l’unico a livello mondiale che ha speso delle sincere parole per difendere la donna ed il ruolo che essa interpreta è stato il nostro Primo Ministro degli Esteri.
La Turchia ovviamente ha protestato con noi italiani, “but, never mind”, ma di poca cosa. Nessuno in EU ha preso una tale posizione. Draghi ha dunque parlato per tutti i 27 paesi membri della UE. Il Presidente USA ha subito colto l’occasione per rinforzare il concetto che i diritti umani devono essere rispettati da chiunque. Anche dagli alleati Turchi.
I brigatisti in Francia
Ho visto la tv ieri sera e mi è parso di capire che 10 brigatisti rossi sono stati catturati in latitanza in Francia. Grazie alla stima, ed alla telefonata ricevuta, che il presidente Francese Macron ha del nostro Primo Ministro. Dossier che forse giacevano nell’”armadio dei dossier” di spettanza del nostro Primo Ministro da qualche decina di anni.
Una telefonata alla quale Macron ha subito ubbidito per dimostrare a Draghi che lui c’è per noi. E probabilmente noi per lui. Perché a ben vedere Mario Draghi si è messo di traverso nel mezzo a francesi e tedeschi in Libia. Qualche giorno fa, per i rapporti con la Libia ha spiegato a questi alleati che senza noi italiani in questo paese africano non si muove foglia. Non ci possono bypassare. E subito Macron ha fatto vedere che ha capito chi “porta i pantaloni” in Italia ma soprattutto in UE.
Bye bye al 5G cinese
In ultimo la notizia di qualche ora fa. Ed è quella che mi ha convinto a ribadire che il nostro Primo Ministro non ha bisogno di un altro Ministro degli Esteri: è la rinuncia di TIM formalizzata a Huawei che per realizzare la rete 5G in Italia non c’è bisogno dei Cinesi. Questa è grossa. Dire no alla Cina non è da tutti.
Vi ricordate come ci proposero la via della Seta? Non voglio esprimere giudizi su chi era all’epoca Ministro al Mise che oggi è Ministro degli Esteri, Di Majo, ma vi rendete conto di che posizione ha preso Draghi con la Cina tramite questa rinuncia di TIM.
Io non sono in grado di capire bene quanto sia la volontà di Draghi in questa faccenda, ma sicuramente la volontà del nostro Primo Ministro è stata palese nel rinunciare a tale opportunità. Allo stesso modo in cui è saltato il passaggio di Iveco sempre ai cinesi (leggi qui l’articolo).
Che bello essere italiani adesso.
Dicevo prima di Michel, ed ho letto poco fa che il suo mandato scade a gennaio. Mi immagino quindi questo scenario: un bel Presidente della Repubblica che rappresenti l’unità nazionale come bene supremo; un bel sostenimento in questo periodo delle riforme PNRR proposte da Draghi; da gennaio in avanti una bella bagarre elettorale tra i vari competitor politici. Mario Draghi Presidente della Repubblica o come risultato minimo Presidente dell’Unione Europea. Al posto di Michel. Almeno quando si va all’estero come UE la signora Von der Lyen non sarà più umiliata,
Ci rispettano. Siamo Italiani, un popolo bellissimo e variegato, ma un popolo che merita rispetto e considerazione, non solo pizza e mandolino. Quindi tutti dietro il nostro Primo Ministro degli Esteri allineati e coperti.
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