Il principe, la principessa e la trappola dell’elevato
Quando la melma arriva all’altezza del ginocchio occorre un “colpo di teatro” per risollevarsi.
E chi meglio dell’attore Beppe Grillo può tentare un’operazione del genere? Infatti, durante la manifestazione indetta ieri dal M5SS, rubando la scena a tutti, compreso Conte, leader mai amato del movimento, l’attore ligure è tornato a battere un colpo.
Ci preme subito sottolineare quella che per noi è la natura vera dell’intervento di Grillo.
Noi siamo per una lettura tutta interna al così detto “campo largo” più che per un eventuale appello all’insurrezione civile con tanto di “passamontagna”.
In altre parole Grillo ha teso una sofisticata trappola a più soggetti. Cerchiamo di elencarli.
Conte
Primo: l’ex-presidente Conte, a suo tempo definito “principe azzurro”, non esce bene, ed è un eufemismo, dalla bacchettata di colui che fu l’ “elevato”. Chiedere ai militanti di continuare a mandare i loro progetti a Conte perchè “prima o poi li leggerà” non si configura certo come un complimento e riapre palesemente la questione della leadership dentro il movimento.
Secondo: implicitamente (e neppure troppo) la sua insidiosa trappola è stata tesa anche verso la segretaria PD, che, visto l’abbraccio di eri a favore di telecamere, potremmo definire “la principessa”. Partecipare alla manifestazione del M5SS non è stata per lei una scelta indolore.
Essere testimone silente delle parole anti-sistema di Grillo accentuano il posizionamento barricadero del PD, ormai collocato in un campo di sinistra-sinistra, senza più ponti verso l’ala riformista (anche dello stesso partito). Con la sua partecipazione alla parata di ieri, si completa il trittico della Schlein, che posiziona sulle estreme l’identità del PD: giustizia forcaiola, utero in affitto, concetto vetero-comunista del lavoro.
Per questo il centro-destra non deve cadere (almeno lui) in questa trappola, che non lo riguarda. Intervenga pure per bacchettare le parole di Grillo sul “passamontagna”, ma vada subito oltre. Altrimenti, potrebbe essere corresponsabile della resurrezione di un personaggio che politicamente è già morto.
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