Il pugno e l’orgoglio ferito. Non si può difendere quel gesto di rabbia e violenza, da parte di un uomo che ha la funzione di educare. In realtà che avrebbe la funzione di educare. Perché in buona parte, questa gli è stata sottratta, con la menomazione dell’autorevolezza della figura dell’insegnante, dalla nostra società.
Il pugno no
Non si può accettare il pugno, il professore ha sferrato contro il su alunno. Non lo si può accettare, perché è la resa, la bandiera bianca di chi deve istruire e quindi porsi su un piano di valori più alto del proprio allievo. Rispondere all’insolenza, aprendo orizzonti, ad un ragazzo immaturo, mostrandogli prospettive più grandi.
Un uomo autoritario, impone, non convince della giustezza della sua azione. Un uomo autorevole sa far prevalere le proprie ragioni, nella mente degli altri.Un insegnante deve essere autorevole non autoritario. Un allievo non deve seguire il maestro per paura. Ma per adesione all’autorità morale, che questi si è guadagnato agli occhi del suo alunno.
Quei professori onnipotenti
Non voglio difendere, il potere discrezionale ed arbitrario del professore sullo studente. Io quei professori li ho conosciuti. Erano pochi per fortuna. Ma sono sempre i pochi che fanno i danni peggiori.
Quei professori che volevano essere proprio autoritari, perché incapaci di rendersi autorevoli. Che abusavano della loro posizione per deprecare, sentenziare, imporre la loro discrezionalità, anche senza criteri di equità e giustizia, nei riguardi dei propri studenti. Una cosa che un ragazzo non può perdonare. Perché anche se spesso ingiusti, i ragazzi hanno una sete costante giustizia. Magari non ne danno, ma pretendono di vederla applicata da chi detiene una posizione di autorità.
I loro giudizi, la loro arroganza la loro supponenza faceva di quei professori, che abusavano della posizione, i peggiori ambasciatori della categoria degli educatori. Erano dei cialtroni indegni di quella qualifica.
Oggi però non va bene
Francamente però passare da un eccesso all’altro, non porta grandi benefici. Lo studente non deve essere vessato da un insegnante autoritario, ma un insegnante non può essere sbeffeggiato e privato della sua autorevolezza dagli studenti. Due torti non fanno certo una cosa giusta.
Spesso i professori sono ridotti alla stregua di giullari, addirittura bullizzati. Un insegnante non può limitare la propria funzione al riempire di sapere la testa di uno studente. Deve anche plasmarlo ed educarlo. E se questo non deve essere fatto con un’imposizione autoritaria ed arbitraria, non può neanche essere fatto quando si è degradati al ruolo di quei ragazzi che bisognerebbe educare ed istruire.
L’altro punto di vista
Addirittura abbiamo visto sparare proiettili di plastica, su un insegnante. Altri insegnanti colpiti, ridicolizzati dagli studenti .
Non che ai miei tempi non si facesse una battuta irrispettosa, o non si mancasse di correttezza nei riguardi della figura del docente. Ma c’era un limite dove fermarsi. Esisteva il rispetto. Il professore era un’autorità. Se il genitore difendeva il figlio, partiva dal tutelare il prestigio che la figura dell’insegnante doveva esercitare per poter svolgere la propria funzione. Mai i nostri genitori si sarebbero sognati, di dire ad un insegnante che lui non si doveva permettere di riprendere un ragazzo che aveva
Nel Maestro di Vigevano,un grande Alberto Sordi, faceva notare le difficoltà di una categoria ridotta a vivere in una dignitosa povertà. Che pesava ma era pur sempre dignitosa.
Ora siamo arrivati al punto che al magro stipendio, si aggiunge l’umiliazione giornaliera.
Ed ora
Il pugno va sanzionato. Quel gesto è inammissibile. Ma una società, che spera di dare un educazione ed una morale ai suoi ragazzi, ha il dovere di tutelare anche il prestigio della figura di coloro ai quali affida tale compito. Privare gli insegnanti della loro autorevolezza, significa metterli nell’impossibilità di essere degli insegnanti .
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