FALLIMENTO NELLA RACCOLTA DELLE FIRME CONTRO LA CACCIA.
Dopo due mesi di raccolta di firme da parte del “Comitato Sì aboliamo la caccia”, sono state raggiunte appena 128.000 firme di cui per molte verrà chiesta l’invalidazione. Un fallimento figlio non del boicottaggio da parte delle associazioni ambientaliste maggiori, come si è precipitato a dire il comitato, ma che parte da un rinnovato concetto che la popolazione ha (finalmente) dei cacciatori.
Questo fatto già la dice lunga sull’inutilità del referendum che si vuole promuovere. E più che altro evidenzia la mutata considerazione che l’opinione pubblica ha della caccia e dei cacciatori. I cacciatori, quelli veri, hanno un altissimo rispetto dell’ambiente e della fauna.
Mai come in questi mesi gli italiani hanno maturato la certezza che sono i cacciatori a tutelare più di tanti altri l’ambiente ed il territorio. Migliaia di cacciatori si sono mobilitati da nord a sud per aiutare i Vigili del Fuoco a spegnere centinaia di incendi spesso dolosi scoppiati in tutta Italia.
In tantissimi hanno messo a disposizione la loro competenza e la loro conoscenza del territorio. Nessuno come chi va a caccia conosce tratturi, passaggi nascosti, viottoli sconosciuti ai più. In questo modo hanno consentito ai Vigili del Fuoco di raggiungere il cuore degli incendi spegnendoli.
I cacciatori si sono meritati il plauso dei Vigili del Fuoco cui va la nostra eterna riconoscenza.
Evidentemente anche gli italiani stanno elogiando l’opera sul territorio messa in atto dai cacciatori. Territorio dove gli ambientalisti risultano non pervenuti. Perché, come spesso succede, chi va a caccia sta sul territorio. Chi predica ecologia, sta comodamente in poltrona. Magari di pelle.
Gli italiano stanno così ignorando la raccolta firme, consapevoli della utilità della figura del cacciatore, vero ed autentico protettore dell’ambiente.
W I CACCIATORI!
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