Il referendum sull’autonomia si farà
L’Ufficio Centrale della Corte di Cassazione ha dato il via libera al referendum abrogativo sulla legge per l’Autonomia Differenziata e questo ha fatto impazzire di gioia la sinistra che, per bocca di alcuni sui esponenti, giubila esultante.
Bonelli parla di stangata alla Lega che fortemente aveva voluto la Legge sull’Autonomia Differenziata, il Movimento 5 Stelle, con il senso istituzionale che gli è proprio, strepita di sonora bocciatura per il Governo, il PD assicura il massimo impegno nella futura campagna elettorale. Magi di +Europa, gongolante, parla di straordinaria primavera referendaria.
Ma tale euforia è davvero così giustificata?
In parte sì e in parte no.
Certamente confermare la legittimità della richiesta abrogativa, è una vittoria per i sostenitori del referendum in quanto rappresenta un passo avanti nell’iter referendario e consente, in caso di vittoria del SI, di cancellare l’itera legge (la richiesta di abrogazione parziale formulata dai consigli regionali promotori, invece è stata rigettata). Ma non garantisce affatto né che il referendum ci sarà effettivamente né, tantomeno, l’esito.
Quindi, o ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di analfabetismo costituzionale della sinistra, oppure quest’ultima sta tentando di strumentalizzare politicamente un passaggio tecnico previsto dall’iter previsto per i referendum abrogativi
Ebbene, questo iter prevede che dopo la richiesta dei promotori del referendum abrogativo, i quesiti referendari vengano depositati entro il 30 Settembre dell’anno prima della consultazione presso l’Ufficio Centrale della Corte di Cassazione. Quest’ultimo provvede a un controllo formale avente lo scopo di verificare la conformità della richiesta abrogativa alle norme vigenti (regolarità della raccolta delle firme, ovvero dell’approvazione delle delibere regionali ecc.) .
Inoltre è compito del suddetto Ufficio Centrale verificare se l’atto normativo di cui si chiede l’abrogazione totale o parziale, sia una legge o un atto avente forza di legge, e se sia ancora vigente, cioè non sia stato successivamente abrogato da un’altra legge, oppure dichiarato costituzionalmente illegittimo con sentenza della Corte costituzionale
È invece sottratto dall’attività dell’Ufficio Centrale presso la Corte di Cassazione il giudizio sull’ammissibilità del referendum che invece spetta alla Corte Costituzionale.
Nel caso di specie, dunque, la Corte di Cassazione ha espresso parere favorevole circa l’esito dei controlli alla stessa demandati, ma ancora si dovrà attendere l’esito del giudizio di ammissibilità della Consulta.
Ed è bene non sottovalutare affatto questo passaggio poiché, come noto, esso non si limita – per giurisprudenza ormai consolidata – a verificare che l’atto normativo oggetto di richiesta abrogativa non riguardi le materie espressamente escluse dall’art. 75 Cost. ( leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”).
Si tratta invero di un controllo più esteso, i cui confini potrebbero rientrare nel merito dei quesiti referendari e delle conseguenze per l’ordinamento nel caso in cui si facesse luogo effettivamente all’espunzione dalla legislazione delle norme sottoposte a referendum.
Dunque trattasi di un giudizio potenzialmente molto incisivo quello che adesso la Corte Costituzionale è chiamata a effettuare i cui esiti, obiettivamente, sono ancora piuttosto incerti, anche alla luce dei rilievi che la stessa Consulta aveva precedentemente formulato in merito alla legge controversa).
Quel che è certo è che comunque, al momento, si rivelano abbastanza inopportune le farneticanti esplosioni di gioia che si accompagnano a questa pronuncia della Cassazione
Insomma, non si tratta di alcuna storica stangata in danno della Lega, per citare sempre l’illustre Bonelli né di magnifiche sorti e progressive e referendarie, per citare Magi, né alcuna bocciatura al Governo Meloni, come invocato dal Movimento Cinque Stelle.
Ponendo le cose nel loro giusta e doverosa visuale, si potrà verificare che si tratta esclusivamente di un passaggio tencico-costituzionale che certamente consente di procedere nell’iter referendario ma non esclude che esso possa incepparsi subito dopo
Certo, la prospettiva della celebrazione del referendum abrogativo, richiama indubbiamente il Governo e la maggioranza a un’attenzione ancora maggiore per far sì che la legge venga modificata secondo quelli che sono stati i rilievi precedentemente formulati dalla Corte Costituzionale, e che comunque il centro—destra si prepari anche alla eventuale campagna elettorale.
Da questo punto di vista, non può scordarsi che la legge sull’Autonomia Differenziata è stata fortemente voluta dalla coalizione e ne costituisce un aspetto del programma di Governo
E, poiché il programma di Governo è anche la cartina di tornasole del “cemento” che lega la coalizione, ci si aspetta che tutti quanti parteciperanno di buona lena e con grande volontà alla eventuale campagna elettorale referendaria. Se così non fosse, questa sì che sarebbe una sconfitta, e non certo referendaria.
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