Il ritorno di Matteo Renzi

Che vi avevo detto? Matteo Renzi fa un’ennesima giravolta e con cinque anni di ritardo sul tempo giusto, fonda il suo partito e tiene appeso per i testicoli il governo che lui stesso ha fatto nascere. Un mese fa avevo scritto: “In casa Pd i preparativi per una scissione sono già allo stato avanzato. È una fesseria o al più una boutade propagandistica dire che Renzi, Boschi e Lotti torneranno al governo coi grillini. La benedizione che Renzi dà al governo Pd-5S rientra in quello che gli antichi toscani chiamavano il supplizio etrusco. Ovvero si lega un vivo a un morto fino a che non muoia pure lui. Il difficile è stabilire in questo caso chi dei due sia il vivo…

Ma boutade a parte, Renzi concepisce il Pd di Zingaretti & C come una bad company su cui scaricare le negatività e poi dopo il massacrante menage con i grillini, far nascere il suo nuovo partito napoleonico. Renzi non tifa per un’alleanza coi grillini, ma chiede solo tempo per compiere il suo progetto, tenerli per i testicoli grazie ai numeri determinanti di cui dispone in Senato, e poi scaricarli quando il suicidio è maturo. Un governo “staisereno”, per capirci”. Ora il governo dovrà vedersela con due Mattei e saranno “mentule” amare. Ne parleremo nei prossimi giorni. Intanto lasciate che vi riproponga un ritratto dell’uomo che portò per due volte la sinistra alle stelle e poi la ripiombò per due volte sottoterra.

Come si può definire Matteo Renzi in una parola che ne riassuma la teoria, la prassi e lo stile? Pischello. Lui è un pischello, si muove da pischello, si veste da pischello, parla da pischello, pensa da pischello, ha aperto una pischelleria a Palazzo. Pischello a Roma vuol dire ragazzo ma non solo. Il pischello è giovane per statuto ontologico e movenze; ha una sua camminata, un suo modo di fare e di scherzare, un misto di imperizia e spavalderia, di candore e malizia tardo-adolescenziale, un’allegra inavvertenza alle conseguenze. Quando vedi Matteo con le mani in tasca, pantaloni stretti e giacchetta stretta, capelli pischellati, smanettare sugli smartphone e i tablet, il modo di muoversi lievemente buffo e burattinesco, sfruttando l’assonanza con bischero e pinocchio, lo riconosci come il top model del pischello. Lui ci mette la faccina. Quando fiorentineggia ti sembra un personaggio neodantesco, tipo Buonconte da Montefeltro: ecco Pischello da Rignano. In che girone lo trovate? Non so, si sposta continuamente; pischello sta pure per girovago, spiega la Treccani. O tosco che per la città del foco vivo te n’vai così parlando lesto… Lui sta ai vecchi leader come la telefonia mobile sta a quella fissa. Ha un contratto che può parlare senza limiti.

Come si può definire l’ideologia di Renzi? Trottolismo. Da trottola, giocattolo infantile a forma di cono lanciato da una corda per farlo ruotare vorticosamente. Il trottolismo di Renzi è comprovato dalla velocità dell’eloquio, dai rapidi spostamenti e dei giri vorticosi intorno a sé. Nelle società arcaiche era il segno di velleità infantile, da noi si diceva: ma vai a giocare al curuo, nome antico della trottola. Cosa opporre al trottolismo, la lentezza? No, piuttosto fate come facevano i grandi: lasciatelo giocare, fino a che verrà a noia. Il suo test decisivo è nel paragone tra le parole e i fatti, fra trottole e frottole; se nel frattempo non si spezzerà la corda e la trottola schizzerà chissà dove, col Trottolino moroso dududu-dadadà.

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