Il sindacato s’è desto, perché ha vinto la destra.Finalmente il sindacato si ricorda di tornare in piazza. Nonostante le dichiarazioni rassicuranti della dirigenza che non parla di un’ostruzione a priori.Ma per forza di cose da riflettere su questi anni.
Proprio adesso
È veramente ammirabile lo zelo di un sindacato che, è stato praticamente latitante durante durante un decennio di governi tecnici, che spesso hanno letteralmente stuprato i diritti dei lavoratori, ed adesso parte l’attacco di un governo che ancora neppure ha avuto formalmente il mandato. Lo zelo di questi personaggi lascia veramente sempre basiti.
Sicuramente ancora è illuminante dalla tomba Gianni Agnelli, quando asseriva che la miglior politica di destra ( intesa come la vecchia destra tradizionale dalla parte unilaterale del capitale e non del lavoro) la si faccia a sinistra. Sì perché quantomeno si ottiene, Romano Prodi ne fu la consacrazione, un atteggiamento buono e pacato da parte dei sindacalisti.
Sembra di vivere nella fattoria degli animali, vero capolavoro di Orwell. I maiali alla guida di altri animali li sfruttavano peggio degli esseri umani. Ma in nome dell’animalismo, era lecito sfruttare oltre qualunque limite, qualunque qualunque animale.
La destra è sociale
Oggi paradossalmente la politica sociale migliore la si fa a destra . Probabilmente perché la sinistra, che ha sposato la saggezza del porco Napoleon, animale aguzzino di animali nel libro di Orwell, non è più in grado di rappresentare gli indigenti del nostro paese. È intellettualmente è legata a salotti culturali radical chic, movimentisti e terzomondisti, che in realtà ben difendono privilegi corporativi della loro classe di privilegiati. Composti da membri appartenenti ad una ben precisa casta.
A livello pratico gli esponenti della nostra sinistra,sono legati ad ambienti finanziari internazionali, contigui alla speculazione apolide. Dunque ben poco interessati a quei lavoratori che dovrebbero tutelare.
La sinistra si è lanciata sui nuovi diritti sociali, lgbt, eutanasia, aborto sempre più facile. Ma anche lì frenata dal voler mantenere rapporti di convenienza con ambienti cattolici.
Sono lontani i tempi in cui Luciano Lama, che veramente guidava un grande sindacato, era disposto a difendere gli interessi dei lavoratori, anche andando contro il leader dei partiti più grandi.Quando erano ancora più grandi i numeri degli iscritti al sindacato,che i numeri degli iscritti ai partiti. Oggi sono numeri bassi per tutti e due.
Però se il sindacato smette di fare il sindacato, e scende in piazza solo per fare la stampella ad una sinistra in totale confusione, tradendo così il suo mandato fondamentale di difesa degli interessi dei lavoratori, si entra in una fase estremamente difficile. La crisi dei partiti, ed in questo caso quella dei sindacati, sicuramente contribuiscono gravemente alla crisi della nostra Repubblica. Alla carenza di rappresentanza. Alla sfiducia dei cittadini in chi li dovrebbe rappresentare.
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