Il sistema del mantenimento del consenso politico per il solo scopo di mantenere un largo consenso tra i beneficiari di elargizioni insostenibili attraverso un apparato della macchina pubblica sproporzionata o attraverso la scriteriata elargizione assistenziale di denaro pubblico, è destinato a terminare in breve tempo. Proprio perché non esistono più le possibilità di reperire le risorse per la sostenibilità di un tale sistema.
La domanda vera da porsi è se ad un certo momento la fine di questo sistema dovrà o meno corrispondere alla fine del paese. Ossia se permetteremo a chi ci sta portando al tracollo, anche per colpa dei costi necessaria al sostentamento dell’apparato che deve portargli consenso, di andare avanti.
Per evitare che ciò avvenga bisogna urgentemente prendere una serie di contromisure. Necessarie soprattutto a far sì che i tagli drastici del futuro siano improntati ad una razionalizzazione, ad una efficienza e ad un cambiamento virtuoso in favore di una paese liberale che contrae debiti e risana debiti in una prospettiva votata alla crescita.
Non di un paese che contrae debiti per pagare la spesa corrente. Non di un paese che fa le finanziarie per pagare meramente gli interessi sul debito.
Noi dobbiamo ripensare tutta la macchina organizzativa del paese, lo stato sociale, tutto il sistema paese in chiave liberale ed eventualmente solidale, ma non assistenziale. L’assistenzialismo è una droga somministrata dalla cattiva politica che innesca una forma di dipendenza. Questo ad opera di un potere politico centrale, che dispone delle risorse sottratte a quella parte produttiva che manda avanti il paese e detiene la discrezionalità per elargirlo.
Un sistema che non possiamo più permetterci
Noi non possiamo permetterci più di mandare avanti un simile sistema. Ed abbiamo il dovere di non consentire che al declino di una classe politica inetta ed egoista corrisponda il declino della nostra gente. Della nostra terra. La solidarietà è un dovere verso la propria comunità.
Agire solidalmente rispetto al proprio paese ed al proprio popolo non significa agire perché permanga nel tempo il bisogno delle persone. Tutto il contrario. Quello è proprio lo scopo dell’assistenzialismo. Lo scopo di chi non vuole aiutare veramente, ma vincolare qualcuno alle proprie dipendenze.
Lo stato sociale deve essere ripensato di modo da garantire che una persona sia reinserita nel mercato. Torni a produrre ricchezza. Contribuisca per la propria dignità, e per il benessere comune al suo paese essendo un attore che in prima persona diventa una risorsa.
È il vecchio esempio del non dare il pesce, ma di insegnare all’uomo a pescare all’uomo che ha fame.
Il reddito di cittadinanza è sbagliato perché diventa una rendita parassitaria, che in taluni casi, la stragrande maggior parte, tende addirittura a deprimere l’individuo dal cercare di reinserirsi nel mercato del lavoro. Ne fa decadere gli stimoli.
Servono grandi piani di canalizzazione delle persone che percepiscono un eventuale assegno funzionale per riqualificali e farli rientrare nel mercato del lavoro in base alle esigenze di questo .
Deve eventualmente essere un assegno limitato al percorso di riqualificazione ed al tempo strettamente necessario in cui la persona possa tornare a lavorare.
Non dobbiamo perpetuare i problemi, ma risolverli.
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