Il dizionario Treccani dà la seguente definizione di sovranismo: “Posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovrannazionali di concertazione”.
Una tale definizione si presta perfettamente all’asserzione secondo la quale il sovranismo è responsabilità. A detta di un certo disprezzo intellettuale e giornalistico il sovranismo viene quasi definito come l’irresponsabilità politica consacrata da un largo consenso di elettori incoscienti.
L’eterno male di molti accademici, intellettuali e politici. Il popolo è responsabile solo ed esclusivamente quando sposa a prescindere la loro visione unilaterale del mondo. Altrimenti è irresponsabile, barbaro da condurre al guinzaglio.
Ma lasciamo perdere le perversioni mentali di taluni intellettuali frustrati. È necessario dedurre che il sovranismo è in questa definizione esattamente il contrario dell’irresponsabilità. Chi è irresponsabile solitamente non vuole prendere su di sé il peso di decisioni importanti, preferisce delegarle.
Il sovranista invece prende atto del diritto dei popoli riuniti in stati sovrani di disporre del proprio destino, di amministrare la macchina pubblica. È disposto a caricare sulle proprie spalle la responsabilità delle scelte.
I sovranisti non sono contro l’Europa
Essere sovranisti non vuol dire assolutamente essere contro l’Unione Europea. Anche perché attualmente sono comunque gli Stati (o almeno alcuni stati) a gestire le scelte dell’Unione. Significa semplicemente aspirare ad un’Europa dove ci sia un coinvolgimento diretto dei cittadini. Paradossalmente per un sovranista che crede nella democrazia diretta, sarebbe più facile accettare un modello di unione ancor più coeso, sul modello americano, che uno simile all’attuale meno coeso ma con decisioni imposte agli stati da organismi cooptati.
Richiedere istituti di democrazia diretta, quale l’elezione diretta del capo dello Stato, la scelta da parte dei cittadini del capo del governo e dei parlamentari, sono tutte proposte fondamentali per un sovranista. Poiché il ritorno alla sovranità degli Stati deve passare necessariamente per un ritorno alla sovranità degli elettori. Quindi anche ad un’assunzione di responsabilità diretta di questi ultimi.
L’irresponsabilità è di chi continua a pensare che scelte fondamentali per la vita di milioni di persone debbano essere prese dai paesi e dalla comunità senza coinvolgere direttamente gli elettori, quindi mostrandole, quand’anche fossero quelle giuste, come imposte e non partecipate.
Il sovranismo è una presa di responsabilità
Anche questa storia che il sovranismo sarebbe un freno alla globalizzazione, è in buona parte falsa. Basta aprire un giornale per rendersi conto che gli stati più forti al tempo della globalizzazione sono tutti quegli stati che i nostri intellettuali da salotto definirebbero sovranisti. Paradossalmente gli stati nazionali più forti sono i vincitori della globalizzazione, mentre gli altri la subisco.
È quindi necessario prendere atto del fatto che il sovranismo non è irresponsabilità ma bensì una presa di responsabilità da parte dei popoli e degli elettori auspicabile in quanto deve riportare la democrazia al centro delle istituzioni e delle preoccupazioni della classe dirigente che troppo spesso esautora le persone dal governo.
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