Il suicidio della politica

Il suicidio della politica

Ebbene si, Ilaria Salis, l’insegnante trentanovenne, in carcere da oltre 13 mesi a Budapest con l’accusa di aggressione nei confronti di due neonazisti, è stata candidata, salvo smentite dell’ultima ora, con Fratoianni e Bonelli nelle lista di Alleanza Verdi e Sinistra alle prossime elezioni per il rinnovo del parlamento europeo, che si terranno dal 6 al 9 giugno 2024.

Nel comunicato di Alleanza Verdi e Sinistra si legge: “la decisione di candidare Ilaria Salis nasce dalla necessità di evidenziare le condizioni carcerarie Ungheresi, che violano gravemente i diritti delle persone. L’obiettivo è quello di tutelare i diritti e la dignità di una cittadina europea”.

Partiamo dall’assioma secondo cui in Europa, i diritti, anche degli arrestati e dei detenuti, che siano poi ritenuti colpevoli o innocenti, vanno rispettati.

Ora, la mossa di candidare Ilaria Salis può avere una sua giustificazione se l’obiettivo è quella di tirare fuori dal carcere una persona che, pur avendo commesso un delitto, vive una condizione di estrema durezza, costretta a firmare fogli in ungherese senza traduzione e portata al guinzaglio e con catene in un’aula di tribunale. Ma se scelgo la persona che è diventata famosa per raccattare voti, allora il discorso cambia. Non fosse altro, perché candidare una persona per cui l’elezione costituirebbe la salvezza, votarla, diverrebbe per l’elettore quasi un ricatto morale.

E’ anche opportuno specificare che l’elezione al parlamento europeo non garantisce la fine della detenzione. Infatti, secondo le disposizioni attuali, un candidato eletto al Parlamento europeo beneficerebbe immediatamente dell’immunità se detenuto in uno stato membro; quest’ultimo, però, potrebbe inviare all’Euro-camera una richiesta di revoca dell’immunità. Il rischio, insomma, è che si apra un contenzioso tra il Parlamento europeo e l’Ungheria. Inoltre, per essere eletti è necessario il superamento dello sbarramento del 4%; la prova non è semplice anche se gli ultimi sondaggi danno la coalizione tra il 4,1% ed il 5,6%.

Il caso Salis potrebbe non essere l’unico in Europa. In Grecia, infatti, il partito conservatore “Nuova Democrazia” ha inserito nella sua lista elettorale per il parlamento europeo, Fredi Beleri, un sindaco albanese di etnia greca condannato a due anni di reclusione in un caso di traffico di influenze che è culminato in una crisi con l’Albania.

A mio modesto parere, candidare personaggi che per un qualsivoglia motivo assurgono alla notorietà è sempre una mossa sbagliata, non una grande idea. Non solo, tutto ciò giova all’Alleanza oppure regala un assist enorme alla destra, essendo Ilaria Salis percepita come un’estremista che picchia le persone ? Se a questa considerazione aggiungiamo che la candidatura potrebbe trasformarsi in un boomerang per la stessa Salis in vista dell’esito del processo che la vede coinvolta, ecco che tutto ciò sembra estremamente negativo e privo di logica.

Stiamo assistendo al suicidio della politica.

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