Nel centro-destra dovrebbero leggere Gramsci. Le elezioni amministrative devono sempre tener conto delle realtà locali e dei candidati presentati nei singoli comuni.
Il centro-destra è maggioranza nel paese, sono pienamente convinto che lo sia, e ogni istituto di sondaggi lo rileva. È però altrettanto vero che poi quello stesso centrodestra non riesce a tradurre nella maggior parte dei comuni questa maggioranza in solide e credibili leadership locali.
Ciò vuol dire che il problema della selezione della classe dirigente, evidenziato anche da grandi intellettuali quali Domenico Fisichella, non è una teoria ma un fatto.
Sicuramente nello schieramento di centro-destra è necessario aprire una riflessione interna per definire il programma, le idee, coordinare un lavoro strutturato e soprattutto selezionare i candidati in loco. Diventa ormai improrogabile la necessità di stabilire il modo di andare avanti, oltre alla volontà di farlo.
Il centrodestra avrebbe tutte le carte in regola per governare il paese
Però questo centrodestra deve dimostrare di poter governare, accreditarsi agli occhi di ambienti decisivi dello scacchiere internazionale e di ambienti decisivi per gli assetti italiani.
Non si può realisticamente pensare di poter governare in antitesi a Bruxelles. Bisogna instaurare un dialogo per far valere le ragioni del paese e cercare di ottenere importanti concessioni, ma non predisporre una contrapposizione costante.
Non sarà possibile per questa colazione alternativa e maggioritaria nel paese andare al governo, se non ci saranno stabili garanzie per i nostri alleati atlantici di affidabilità. Ma soprattutto i dirigenti debbono davvero capire, quale sia il vero terreno dello scontro.
Davvero profetico è in ciò Sun Tzu, che scrisse nella sua opera più celebre l’Arte della Guerra:
“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Invece se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”
Leggere Gramsci potrebbe aiutare
I dirigenti del centro-destra dovrebbero leggere Gramsci. Lui riassume al meglio tutta la strategia dello schieramento avverso. Soprattutto dovrebbero capire cosa intendeva quando ribadiva l’importanza di ottenere l’egemonia culturale, facendo assimilare quotidianamente taluni valori come condivisi per controllare la società.
Basta pensare alle televisioni, ai giornali, al politicamente corretto. All’antifascismo non come valore condiviso del popolo italiano nella sua interezza ma come bandiera di battaglia di una parte a discapito di un’altra.
Pensiamo bene a come la stragrande maggioranza dei giornali sia tirata avanti da penne favorevoli a massacrare la dirigenza dei partiti di centro-destra in piena campagna elettorale, gli ambienti accademici ostili, per non parlare di quelli legati al mondo dello spettacolo.
Se non supporteranno e crederanno le basi per una cultura di destra, un’informazione alternativa, se non sosterranno nelle arti, nello spettacolo e nel senso del sentire comune persone e valori alternativi, lasceranno alla sinistra un formidabile vantaggio.
La par condicio è stata fatta per arginare un imprenditore che con tre reti televisive in realtà bilancia da una situazione nettamente spostata dall’altra parte.
La battaglia culturale non è secondaria, a quella politica.
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