Hitler, come noto, era un ferreo vegetariano ed un grande amante degli animali. Salvo poi mandare centinaia di migliaia di cavalli a morire in Russia nell’Operazione Barbarossa. Evidentemente li amava a modo suo, diciamo. Il Terzo Reich si è distinto nella storia forse per un’unica nota positiva: l’introduzione della prima legge contro la vivisezione. Adolf Hitler ed il fido Rudolf Hess condividevano sia il vegetarianesimo sia l’astio per la caccia. Hess, addirittura, girava con un attendente munito di contenitori contenenti cibi bio-dinamici cucinati apposta per lui.
Cosa che infastidì talmente il Führer da bandirlo dalla sua tavola. Se si vuole portare il mangiare da casa, caro Hess, se lo mangi a casa, fu il secco commento che pose fine alla condivisione del pranzo nella Cancelleria del Reich a Berlino.
A tavola, uno dei temi preferiti di conversazione di Adolf Hitler era la passione venatoria di Hermann Göring. L’architetto del Führer, Albert Speer, nelle sue Memorie del Terzo Reich, riporta un commento sferzante sul tema della caccia fatto da Hitler mentre si intratteneva al Berghof: «Come può mai un uomo entusiasmarsi per una cosa simile!? Uccidere animali quando è necessario è roba da macellai. Ma spenderci, per giunta, un sacco di quattrini! D’accordo, i cacciatori di professione ci vogliono, perché occorre eliminare la selvaggina ammalata. Potrei magari capire la caccia se implicasse ancora un pericolo, come ai tempi in cui si affrontavano gli animali selvaggi con la lancia. Ma oggi, che un qualsiasi pancione può sparare su un animale a distanza di sicurezza… La caccia e le corse dei cavalli sono gli ultimi residui di un mondo feudale ormai defunto».
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