Il Vincenzo furioso
Due signore esponenti della sinistra che se la cantanio e se la suonano.
Una figura istituzionale al top, l’altra che va in giro per i talk a sgonnellare e sparpagliare le sue pillole di saggezza e iniettare i suoi anatemi.
Già, perchè d’ora in avanti chi offenderà pesantementa una figura istituzionale come il Presidente del Consiglio, non sarà punito e querelato, bensì oggetto di scuse.
Perché quando uno si arrabbia può, con quella bocca, dire ciò che vuole
Eppure il Governatore della Campania è sempre stato abbastanza benvoluto anche dalla destra per la sua simpatia e il suo piglio “duxesco”…Specie quando Crozza ne fa la parodia.
Intanto Ginevra Bompiani, giornalista, opinionista e pure professoressa autoreferenziale, non la manda a dire dietro. Livorosa com’è dall’alto del suo scranno virtuale e del suo egotismo, la tizia dagli occhi di bragia mostra atteggiamento e mimica facciale che Paul Ekman , autore della teoria neuroculturale, definirebbe come disprezzante verso chi non la pensa come lei.
Derivante da una personalità emozionalmente contorta e carica di avversione, rancore, astio senza confini.
Senza dire della fisiognomica lombrosiana
Come è noto il governatore della Campania ha più volte insultato il governo. Qualche giorno fa si è spinto oltre ogni limite accettabile e ha mirato direttamente al Premier con un potente “strxxxa”.
E io che ho sempre pensato che fosse un gentleman, rude e spigoloso, talvolta fuori dalle righe ma abbastanza equilibrato e poco ideologizzato.
“A De Luca gli è scappata una parola e poi si è scusato”afferma la suddetta prof. perennemente aggressiva e grintosa esternando con estremo coraggio e faccia di bronzo, che le scuse dovrebbe riceverle proprio il Vincenzo arrabbiato. Insieme a tutti i sindaci in sua compagnia.
Di poi assistiamo alla non risposta della segretaria che non dattilografa e non stenografa, ai cronisti, riguardo agli insulti di Vincenzo De Luca al premier Giorgia Meloni.
«Grazie ho già risposto sull’autonomia differenziata»
Così la Elly durante un evento a Vasto in campagna elettorale delle regionali del 10 marzo in Abruzzo, ha risposto. Ma la ragione del contendere e la risposta conseguente, non era proprio quella, bensì l’insulto pesantissimo del Governatore campano che, venerdì scorso, era a Roma per la manifestazione contro l’autonomia differenziata.
Nessuna condanna da parte della sinistra, dunque , nessuna parola a riguardo dalla segretaria Elly Schlein, quanto meno per ridurre la gravità del gesto insano.
Infatti i cronisti non le chiedevano un parere sulla riforma del ministro Calderoli, ma un commento, e un’ eventuale e auspicata condanna, sull’insulto.
La reazione del centrodestra non poteva che essere indignata. «Vista l’odierna visita elettorale del segretario Pd, Elly Schlein, in Abruzzo, viene da chiedersi cosa succederebbe se il governatore Marsilio l’apostrofasse con il medesimo suddetto epiteto. Chissà cosa direbbero gli esponenti del Pd.
Sarebbero d’accordo, conniventi e quindi silenziosi, oppure insorgerebbero, come sarebbe giusto che fosse, di fronte a tali inaccettabili insulti?
A domanda diretta, Schlein ha preferito glissare pavidamente in merito agli insulti dell’ imbarazzante compagno di merende della “ditta”». Per Augusta Montaruli, «con questo comportamento la credibilità del Pd ha raggiunto il minimo storico».
Altrettanto il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ritiene che tutto ciò sia inaccettabile: «Che vergogna la Schlein, capo di De Luca, che non prende le distanze dalle offese di questo guitto nei confronti del presidente del Consiglio.
Tornando a Bompiani, costei svela un senso e un motivo per le scuse, i suoi, naturalmente
I Governatore non è stato ricevuto dalle istituzioni e , pertanto diventa lecito insultare la premier, che, come ormai si è soliti dire, se l’è andata a cercare. Questo il sotto-testo delle sue dichiarazioni. Inoltre ha affermato il deus ex machina che pontifica ovunque “E’gravissimo che una rappresentanza del Sud così importante non venga accolta da nessuno”.
Il governatore della Campania, nell’assordante silenzio del suo partito, e di tutta la sinistra che non ha detto una parola per condannare l’assalto verbale al premier, dopo aver guidato i sindaci fino a Palazzo Chigi, arrivando allo scontro con le forze dell’ordine, anziché scusarsi torna a picchiare duro contro l’esecutivo: “Ieri sono scappati tutti”.
“Non decide la Meloni come e quando manifestare”
Ma rimane il fatto che il segretario del PD non ha osato richiamare all’ordine De Luca, bruciandosi quella autorevolezza guadagnata, agli occhi della leader di Fratelli d’Italia, con le posizioni dialoganti messe in mostra in Parlamento, per esempio, sulla mozione sul cessate il fuoco a Gaza. Dunque un effetto collaterale dello show vincenziano potrebbe produrre un rallentamento delle trattative per il faccia a faccia in tv Meloni-Schlein, previsto nelle prossime settimane, ancora da definire sul quando e sul dove, anche se Rai 1 e Bruno Vespa sembrano favoriti. “Gli insulti di De Luca al presidente Meloni sono spazzatura.
Il Pd ha tutto l’interesse non solo a prendere distanze, ma a chiedere le dimissioni del presidente della Campania – ha accusato Tommaso Foti, capogruppo di FdI all Camera che De Luca pare avere intenzione di querelare -. Non è accettabile che nel dibattito politico si vada ad insultare gratuitamente le persone”.
“De Luca si sente il nuovo Masaniello, ma è solo un cafone”, incalza anche Wanda Ferro, sottosegretaria meloniana agli Interni. “Immaginate cosa sarebbe successo a parti invertite: se un politico di destra avesse insultato un esponente della sinistra con gli stessi termini utilizzati da De Luca. Sarebbe scattato l’allarme rosso per il ritorno del più becero e rozzo squadrismo, le ombre nere del fascismo, la democrazia in pericolo, il vilipendio delle istituzioni, lo scandalo della comunità internazionale. Al contrario, l’insulto alla destra da parte è sempre concesso, giustificato, contestualizzato. Non lo accettiamo”.
Interrogativi che cadono pesantemente e direttamente sulla scrivania della Schlein
Accanto alla macchina da scrivere mai usata. Per diventare la vera leader dell’opposizione, dovrà fornire una risposta adeguata. Che per ora non è arrivata. Il futuro darà risposte.
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