I’m kinky and I know it

 

Da quando ho frequentato il mio primo seminario di corde anche legare l’arrosto mi fa pensare al sesso, perchè il mondo dell’erotismo estremo è questo, come un portale spazio temporale; una volta oltrepassato attiva tutte le tue sinapsi e le convoglia su un immaginario che per alcuni è perverso, sporco, per me è solamente più profondo, viscerale.
Sono capitata per caso una domenica pomeriggio in una sala attrezzata, decisa ad affidarmi alle mani esperte di un amico per sperimentare su me stessa l’arte dello shibari o kinbaku, una disciplina giapponese che consiste nel legare una persona in un contesto erotico. Evolutasi dalle tecniche dell’hojōjutsu, un’arte marziale nata per immobilizzare i prigionieri di guerra, schibari in giapponese significa legare, ma anche trattenere, contenere.
Fu infatti una piacevole sensazione di contenimento quella che provai dopo i primi giri di corde sul mio corpo, come un sollievo per una donna sempre in surplus di energia come me. Stavo per tornare a “casa”; quel luogo interiore in cui non sei nessuno dei ruoli sociali che indossi ma se solo tu, nella tua femminilità più radicale, archetipica, e l’uomo che ti lega ti fa da contraltare con la sua energia. Scoprii più che mi facevo legare più mi liberavo, e infatti non ho mai smesso. Da allora, nonostante la mia personalità decisa e dominante, appena posso faccio la “Bunny” ovvero la persona che si affida alla cura del “Rigger”, che in quelle due ore si assume la responsabilità della Bunny. Lei si offre al Rigger e cede il controllo, fiduciosa che lui saprà prendersene cura.
Ovviamente tutto avviene in un ambito di sicurezza, sono sempre a portata di mano le forbici, il Rigger e la Bunny comunicano continuamente per evitare che certe legature possano ostacolare la circolazione sanguigna o premere su tendini o nervi causando dolore. Queste pratiche si imparano frequentando seminari di vari livelli o lezioni individuali e esercitandosi frequentemente a casa, magari utilizzando un manichino. Come altre manifestazioni dell’erotismo estremo, vale l’acronimo SSC, sigla inglese di Safe, Sane and Consensual, traducibile in italiano come “sicuro, sano (sopratutto dal lato psicologico ed emozionale ovvero l’opposto del termine inglese insane) e consensuale. Esiste quindi uno “spazio sicuro” in cui operare e a tale deve fare riferimento il cosiddetto Dominante che si assume una responsabilità ben precisa nei confronti della persona a lui sottomessa. 

Un’interazione di questo tipo può avvenire sia nell’ambito eterosessuale che omosessuale e anche i ruoli dominante e sottomesso possono essere sia femminili che maschili. Esistono infatti Rigger donne bravissime, così come è possibile agire sia come Bunny che come Rigger; tutto ciò dipende dalla propria natura e da cosa si vuole sperimentare a livello emozionale con questo affascinante viaggio nell’eros.
I legami che nascono sono molto forti, talvolta sono legami amorosi, altre volte sono legami solo affettuosi; ma non sono mai superficiali perché ciò che viene condiviso tra due persone in quei momenti è uno stralcio di interiorità nascosta ai più , e questi sono frammenti preziosi .
A questo proposito siamo onorati di intervistare Minou Rossi, modella e Rope Bunny , nota per il suo lavoro di Shibari, Kinbaku e Bondage performer, alla quale chiederemo di approfondire ancora di più il tema in una chiacchierata tra donne complici in un universo kinky.

La tua prima volta?

Fatalità, tutto è stato fatalità. La prima volta è stata una fatalità, un’esperienza intensissima. È magnifico, come essere abbracciati.

Minou, parlaci dell’interazione che avviene tra le due persone nel momento della sessione di shibari.

Sono tante le emozioni che si mescolano nello shibari. I giapponesi impacchettano ciò a cui tengono. La componente estetica è presente, ma c’è tanto altro: fiducia, responsabilità, emozioni. Indispensabile è il legame tra chi fa e chi si presta, tra l’artista e la sua tela. Anche se si è inerti all’apparenza, si può dare tantissima espressione alle corde, bisogna riuscire a lasciarsi andare, bisogna dare grazia.
Essere sospesa a delle corde può certamente creare dolore, è vero ma spesso il dolore è un veicolo, non deve essere distruttivo ma controllato, alla fine si tramuta in estremo piacere. Il dolore può aiutare a conoscersi meglio, a conoscere meglio alcune sensazioni e a riconoscere il piacere. Non voglio far male al mio corpo ma voglio stimolarlo, farlo vibrare.

La tua esperienza è stata prevalentemente da bunny ma recentemente ti ho visto in versione Rigger.

A prima vista sembra che sia il Rigger nella posizione di assoluto comando, ma il controllo della situazione è totalmente del Bunny. Quest’ultimo può interrompere il gioco se qualcosa non va come previsto.

Data la mia natura “biadesiva” (poliamorosa, bisessuale, switch) non è stato difficile passare da un ruolo all’altro. Alla base ci sono le emozioni, e per me le emozioni sono alla base delle felicità. Ha più importanza un etichetta di ruolo o la felicità?

Parlaci della tua esperienza nei seminari al femminile. Esiste secondo te una tipicità di genere nel legare ?

Non credo che il sesso influisca sul modo di legare. Piuttosto credo che in un ambiente al femminile le donne si sentano più libere di esprimersi.

Che cosa consigli a chi vuole avvicinarsi all’arte dello shibari?

Sono due a mio dire i punti focali da tenere ben chiari e da ripetere all’infinito sia ai nuovi che ai più esperti. Consenso e Sicurezza. Qualsiasi cosa accada deve essere fatto con il consenso di entrambe le parti. La più innocua e semplice legatura può essere letale. Lo shibari non si può improvvisare ma va praticato in massima sicurezza

Esistono controindicazioni da tenere presente ? 

Ripeto sempre: ascoltate i segnali del vostro corpo. Chi mi vonosce mi ha visto legata e appesa in mille posizioni e in mille posti inconsueti. Bene, anche io ho i giorni no, anche io ho i giorni in cui il mio corpo non è predisposto alle legature. Non fatevi problemi di nessun tipo a rifiutare la vostra legatura preferita se in quel momento non credete sia il momento giusto.

Cosa consiglieresti ad una persona curiosa ma incredibilmente timida, nell’avvicinarsi a questa disciplina?

Consiglierei i peer rope, eventi liberi in cui si condividono pensieri emozioni e corde, io stessa ne sto portando avanti uno con il progetto “Open”. Voglio creare uno spazio da condividere, dove poter confrontarsi, divertirsi e conoscesi: aprire la mente. Lo spazio è fruibile ed accessibile a chiunque, neofiti curiosi o esperti. Open vuole diventare il perno per la cultura e per le attività culturali legate ad un mondo, quello Kinky, che vuole uscire dalle solite nicchie.

 

 

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