Dalle prime analisi sui campioni dei tessuti degli organi prelevati a Fadil, una delle testimoni del processo Ruby, non è emersa alcuna evidenza macroscopica di radioattività. E’ quanto riferiscono fonti qualificate.
Da quanto si è appreso i prelievi sono stati effettuati sul fegato e su un rene ieri pomeriggio tra le 14 e le 17.30. Già dalle prime analisi non sono emerse macroscopiche evidenze di radioattività.
Dopo i prelievi i campioni sono stati messi in appositi contenitori e inviati sia all’Arpa di Milano sia all’Istituto di Fisica dell’Università Statale. In base all’esito delle analisi -si apprende- appare “sempre più improbabile” che Fadil sia stata contaminata da sostanze radiottive.
L’ultima parola però spetta al Centro ricerche Casaccia dell’Enea vicino a Roma. Inizialmente i sospetti sulla presunta presenza di sostanze radioattive nel corpo della giovane erano dovuti al risultato parziale di analisi effettate sulle urine.