Immigrazione: il dovere di difendere il nostro paese, il dovere di difendere noi stessi.
L’Italia non può cogliere tutti. In questo paese non c’è spazio per tutto il mondo. È un fatto di logica elementare. Bisogna imporre dei limiti, ristabilire la sovranità: condizione essenziale di esistenza, per uno Stato indipendente.
Sovranità è indipendenza
Uno stato o è indipendente, oppure è uno stato a sovranità limitata, dunque non un Paese libero di disporre del proprio futuro. Sicuramente un’entità statuale,ma un’entità statuale subordinata a volontà esterne. Che si tratti di interessi transnazionali, di controllo diretto, indiretto oppure di incapacità di imporre effettivamente l’autorità dello Stato, senza la sovranità un paese non può essere considerato libero e indipendente.
Il controllo dei confini è una condizione essenziale per poter soddisfare il requisito dell’indipendenza. Se un paese è sistematicamente costretto ad aprire le proprie porte a tutti, non è un paese sovrano. Se un paese non può porre dei limiti all’accesso nel proprio territorio, non è padrone di se stesso e dei propri confini.
L’Europa che non esiste
Si parla sempre d’Europa, fi bisogna dell’Europa, di importanza dell’Europa, di responsabilità verso l’Europa poi quando si tratta di gestire crisi internazionali importanti, e l’immigrazione sicuramente lo è, l’Europa si frammenta negli interessi dei singoli stati. Francia e Germania dicono volgarmente all’Italia di tenersi i clandestini, guardando ai loro singoli interessi. L’Europa non si scompone, le va bene così.
Qui si arenano tutti i bei discorsi sulla grande casa europea. Sprofonda il prestigio e la dignità dell’Europa. Ne viene alla luce tutta la fragilità e l’inadeguatezza di un impianto troppo articolato e poco efficace davanti alle grandi sfide del futuro.
Immigrazione
Se vogliamo che ci sia ancora un’Italia, dobbiamo ristabilire la sovranità. L’Italia può esistere solo se è in grado di garantire il rispetto dei propri confini. Se è in grado di imporre la legge sul proprio territorio. L’arrivo incontrollato di decine di migliaia di clandestini pone questa grande questione di sovranità ma pone anche una questione di sicurezza.
Non possiamo non controllare gli ingressi sul territorio nazionale. Non possiamo non regolarli. Le nostre città stanno diventando insicure, degradate. Anche perché l’ingresso incontrollato di clandestini impedisce di poter realmente integrare.
Bisogna governare i grandi fenomeni della storia. Incanalarli nella direzione che si vuole. E noi abbiamo il dovere di difendere il nostro diritto di scegliere quale futuro costruire per il nostro paese. Altrimenti non avremo un futuro, o almeno non avremo un futuro costruito dalle nostre scelte, giuste o sbagliate che siano. Subiremo il futuro che gli altri vogliono per noi.
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