L’immigrazione è il tema che quotidianamente infiamma la scena politica italiana poichè si tratta di un argomento fortemente condizionato dalla contrapposizione fra partigianerie ideologiche. In queste poche righe, invece, cercheremo di tirare le fila provando a mettere in piedi un ragionamento fondato su osservazioni obiettive che potrebbero essere raccolte trasversalmente dal mondo politico.
L’ideologia immigrazionista
Seppur la storia sia la prima ad insegnarci che le migrazioni dei popoli rappresentano il frutto di fenomeni ciclici e strutturali che si verificano ineluttabilmente nel corso dei secoli, l’attuale spostamento dei popoli africani verso l’Europa – dipinta dalla propaganda mainstream come la Terra promessa – pur nella sua tragicità, risulta essere indotto da una precisa volontà ideologica. Da un lato, essa ha come obiettivo l’abbassamento del costo del lavoro e quindi la creazione di conflitti sociali che generano la cosiddetta guerra tra poveri (autoctoni contro immigrati). Dall’altro, invece, spinge sempre di più verso la cancellazione delle identità, dalla storia, della cultura, delle tradizioni dei popoli africani ed europei.
Proposte e possibili soluzioni
Innanzitutto, analizzare cause e conseguenze della storia del colonialismo europeo in Africa fino ad arrivare alle recenti Primavere arabe. A questa analisi, bisognerebbe affiancarne un’altra sulle nuove ed attuali forme di depauperazione delle risorse dei territori africani (leggasi neocolonialismo cinese). In seconda battuta, l’Europa – con in testa l’Italia – dovrà ritornare guida nel Mediterraneo mediante tutta una serie politiche volte al dialogo ed alla cooperazione con i popoli e le autorità degli Stati africani. Ciò indipendentemente dalla loro connotazione geopolitica e dalle loro problematiche interne. Altro tassello fondamentale sarà la totale cancellazione del debito che rende gli Stati africani succubi del potere economico e finanziario. I popoli africani, così come i popoli europei, dovranno sganciarsi definitivamente dalla gabbia di quegli Stati e di quelle Istituzioni che signoreggiano sulla loro pelle. La piena e concreta emancipazione (morale e materiale) di questi popoli passerà dalla riconquista della sovranità monetaria.
Tali proposte, pur essendo per certi versi utopistiche, colgono in realtà una prospettiva coraggiosa, onesta e speranzosa. Possibile via d’uscita potrebbe essere quella di una forte presa di coscienza da parte delle masse popolari europee ed africane. Entrambe messe in contrapposizione da chi gestisce le fila della società. L’auspicio, in tal senso, sarà quello di intensificare l’attività di sensibilizzazione culturale da parte di tutti coloro i quali abbiano contezza di questo subdolo incantesimo chiamato immigrazione.
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