Tra una crisi di governo ed efferati casi di cronaca nera, dal lontano oriente giunge una notizia che potrebbe innescare variegate prese di coscienza potenzialmente esplosive.
Il detonatore è la recente apertura da parte del Giappone alla sperimentazione di embrioni ibridi uomo-animale per ottenere la maturazione di tessuti utilizzabili a scopo medico.
Il team di ricerca capitanato dal luminare Dr. Nakauchi dell’università di Tokyo avrà l’onere di perseguire due obiettivi: in primo luogo l’arduo compito di privare un embrione animale di un determinato gene, “coltivarlo” con tessuto umano, e far crescere l’organo necessario per poi trapiantarlo nel corpo malato; e in secondo luogo resistere alla pioggia di critiche etiche che si abbatterà.
Di apodittico rilievo scientifico dal punto di vista umano, questa pratica apre dibattiti sulla tutela di animali e di quei pochi baluardi morali resistenti nell’epoca moderna: dove finisce l’area del politicamente corretto e dove si sconfina iniziando a “giocare ad essere Dio”? Un animale utilizzato come incubatrice di organi come verrebbe considerato nel nostro Paese? Ma sopratutto, giuridicamente, resteranno ben divise le categorie, o nascerà davvero un moderno centauro mezzo uomo e mezzo animale?