In morte Eugenio Scalfari

In morte Eugenio Scalfari. Un innovatore rivoluzionario, morto proprio nella ricorrenza della Presa della Bastiglia. Nessuno può negare che sia stato un protagonista del giornalismo italiano, dello scorso e di questo secolo.

Il Montanelli di sinistra

Indro Montanelli era rispettando anche da chi non la pensava come lui. Sicuramente un conservatore, ma stimato anche dai progressisti.

Eugenio Scalfari era un progressista che nel tempo si guadagnò la stima anche dei conservatori.

La forza di determinate di figure come le loro è che, trascendono la sensibilità alla quale si riferiscono e si guadagnano una considerazione al di là degli schieramenti.

Una traversata lunga quasi un secolo

Novantotto anni. Per un pelino non ha vissuto per un secolo intero su questo mondo. Come tanti giornalisti del suo tempo, la sua carriera iniziò scrivendo sulle riviste dei Guf, i gruppi universitari fascisti. Inseriti nel regime ma che spesso si rivelavano elemento di fronda e di critica.

La sua carriera decolla significativamente negli anni della ricostruzione. A metà degli anni cinquanta fonda il settimanale L’Espresso. Giornale che gestirà anche a livello manageriale. Cosa abbastanza insolita per i tempi .

A metà degli anni settanta fonderà un altro giornale, questa volta un quotidiano che diverrà il punto di riferimento di grosse parti della sinistra critica: La Repubblica.

Un pungolo alla politica

Scalfari era un personaggio che molto spesso non le mandava a dire. Un moralizzatore convinto. Ma soprattutto un uomo che si ribellava alla decadenza ed alla perdita di qualità della politica.

Sprezzante ed irriverente quando intervistò Giulio Andreotti, determinato e diretto quando si confrontò con Sandro Pertini. Anche sottolineando la non opportunità di una sua rielezione al Colle.

Ultimamente aveva portato avanti un pubblico rapporto epistolare con Papa Francesco. Anche lui personaggio moralizzatore e di forte rottura nella Chiesa di oggi.

Oggi per un laico convinto, con una sua spiritualità molto particolare ma sicuramente intensa, si è aperta la porta dell’Infinito. Un passaggio che porta a pensare ancora più che in ogni altro momento, alla scelta del confronto con l’attuale Pontefice.

 

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