Inchiesta – Sembra non esserci pace per la città: scandali e polemiche sono ormai all’ordine del giorno, dopo l’inchiesta “Parcheggiopoli”, che ha sconquassato la “S.a.S. Servizi alla Strada”, società partecipata dal Comune di Firenze, adesso ne arriva un’altra legata ai lavori della tramvia. Come riportato dal quotidiano La Nazione, tra il viale Belfiore e il viale Fratelli Rosselli, in una zona centrale e di grande importanza per la città, i lavori per la realizzazione delle linee tramviare non sarebbero stati eseguiti come previsto. Le ditte esecutrici avrebbero inoltre abbattuto otto grandi tigli, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, dopo averli danneggiati con le ruspe. Con l’ulteriore beffa che gli alberi che sono stati sostituiti, non sarebbero pregiati come quelli “uccisi” nel corso dei lavori.
Nelle foto: la piazza prima e dopo i lavori
Le indagini della procura sono andate avanti in silenzio per mesi e adesso hanno portato a nove indagati la frode in pubbliche forniture e la violazione dei regolamenti paesaggistici in zone vincolate. Tra gli indagati anche il direttore dei lavori e i suoi più stretti collaboratori.
LE REAZIONI
“Chi difende la natura e le alberature storiche della città, viene additato di essere un fanatico, un retrogrado contro quell’opera “magnifica”, panacea di tutti i mali, che è la tramvia, fino a quando la magistratura decide di indagare per la strage di tigli, effettuata dalle ditte durante la costruzione della linea nei pressi di Porta al Prato”, ha dichiarato il Consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi.
“Non c’è stata infatti un’adeguata sorveglianza nell’esecuzione dei lavori da parte dell’Amministrazione comunale, cosa che sarebbe stata fondamentale in un’opera di tali dimensioni e impatto. Presenteremo quindi un’interrogazione urgente”, è quanto ha invece voluto sottolineare Jacopo Cellai, Consigliere comunale di Forza Italia.
Stamattina è poi arrivata la protesta di CasaPound Italia, che ha scelto una modalità più vibrante quale quella dell’azione di piazza. I militanti del movimento si sono recati nella zona oggetto dell’inchiesta e hanno piantano simbolicamente 8 alberi finti, esponendo uno striscione con scritto “Pd: ambientalismo di cartone”.
Il responsabile Saverio Di Giulio ha spiegato le motivazioni dell’iniziativa in una nota: “Questa inchiesta arriva a dare ragione a ciò che sosteniamo da tempo, fin dall’inizio dei lavori. L’abbattimento dei tigli e l’innalzamento del muretto dovuto alla sistemazione urbanistica di Porta a Prato, relativa all’incrocio Belfiore/Rosselli, presentava evidenti irregolarità, da noi più volte sottolineate con manifestazioni, volantinaggi e segnalazioni dirette all’amministrazione, che nonostante questo ha lasciato tirare dritto non solo nella cementificazione, ma anche nella ripiantumazione di alberature inidonee, nonostante si tratti di una zona sottoposta a vincolo paesaggiastico. Le eventuali responsabilità penali andranno accertate in sede giudiziaria, ma al di là di esse, ancora una volta, le responsabilità politiche vanno attribuite al Partito Democratico, incapace di controllare anche cose tanto importanti, quanto elementari, come questa. Oltre a questo” ha concluso poi Di Giulio “è giusto ricordare un altro tema sul quale insistiamo da sempre, ovvero l’eccessiva invasività della tramvia nel contesto urbanistico fiorentino, mezzo che abbiamo sempre dichiarato inidoneo alla città di Firenze. In previsione dei lavori per la realizzazione delle nuove linee, questi sono segnali decisamente poco confortanti.”
Il Partito Democratico ha tentato una difesa asserendo che: “le opposizioni non sanno che per la linea 3.2 della tramvia il saldo tra abbattimenti e reimpianti degli alberi allo stato attuale del progetto è largamente positivo”. Il problema però, evidenziato da molti, è che se anche quanto dice il Pd fosse vero, la dimensione e la qualità degli alberi ripiantati è assolutamente inferiore a quelli preesistenti, come evidenziato in modo chiaro dalle carte di questa inchiesta.