Indebitarsi con le finanziarie pur di scattarsi un selfie sulle spiagge di Sharm, di Santo Domingo o di altri paradisi tropicali, ma anche più modestamente in Puglia o nel vicinissimo Cilento. Vacanze pagate in media dai 2.500 ai 6.000 euro grazie a prestiti rilasciati nel giro di qualche ora, a tassi anche molto alti, (con Tag che arriva al 12%) e che pesano in maniera insostenibile sulle buste paga.
L’ultima tendenza dell’indebitamento per una vacanza «social», con foto e video da pubblicare su Facebook e Instagram, sta prendendo sempre più piede. Sono decine di migliaia le persone che ricorrono a prestiti last-minute per fughe agostane che durano in media 7-10 giorni. Ma che spesso compromettono l’equilibrio finanziario di single e famiglie per mesi, per anni o per sempre.
Secondo l’associazione«Legge 3.it» (prende il nome dalla norma del 2012 chiamata salva-suicidi), il debito complessivo contratto dagli italiani per le ferie arriva a 100 milioni, 200 euro in più a testa rispetto all’anno scorso.
Basta aprire Facebook per essere invasi dalle solite immagini di battigie, costumini, occhialini, cuffiette – mai un libro ovviamente -, il tutto accompagnato dagli immancabili brocardi estivi: “Si sta da 10”, “Da qui non mi toglie nessuno” (sempre che non ti trovi l’ufficiale giudiziario, siamo intesi), “Ciaone”, “Buongiorno mondo” e compagnia bella.
Se invece di accendere il cellulare per l’ennesimo selfie, accendessero il cervello, le cose, forse, andrebbero meglio per tutti. Perchè come diceva Einstein… il cervello è come un paracadute, se non lo apri non funziona.
Nella versione estiva – summer edition, pardon – direi che… il cervello è come un ombrellone, se non lo apri ti ustioni.