La battaglia di Stalingrado è stata la più grave in termini di perdite umane della storia, e sicuramente è stata una catastrofe per l’Asse. In realtà nel novembre 1942 iniziò a succedere qualcosa di diverso non solo sul fronte Russo.
In Nord Africa gli alleati ottennero un importantissima vittoria ad El Alamein. Anche in questo caso gli italiani dimostrano un notevole valore, ma una totale penuria delle risorse necessarie ad un simile conflitto. Ma la cosa più grave avvenne a fine novembre quando l’Armata Rossa riuscì a circondare ed isolare la sesta armata del generale Friedrich von Paulus nella città di Stalingrado. Un’intera armata, élite delle forze germaniche in trappola.
La situazione in Nord Africa
Nel frattempo in Nord Africa la situazione si andava aggravando, ed i successi sempre più importanti da parte delle forze alleate si facevano sentire. I tedeschi riuscirono solo a rallentare l’inevitabile in Nordafrica, ma non riuscirono a soccorrere efficacemente l’Armata rimasta intrappolata nella città che portava il nome del capo dell’Unione Sovietica.
All’inizio del 1943 gli americani riuscirono anche ad ottenere un importante successo con la conquista di Guadalcanal, contro i giapponesi.
Entro l’inizio di febbraio la battaglia di Stalingrado, con una perdita incredibile di vite umane da ambo le parti, sarebbe finita con una importantissima vittoria Sovietica.
Già questo rappresentava una tragedia di proporzioni inimmaginabili per le forze dell’Asse ma specialmente per l’Italia, poiché palesava l’impossibilità di una guerra breve. La guerra si sarebbe protratta e l’Italia non era organizzata in questo senso.
Ancora peggio iniziarono ad andare le cose quando a inizio maggio ci fu la resa definitiva delle forze Italo tedesche in Africa del Nord. A questo punto nulla impediva alle forze degli alleati di sferrare un attacco passando da quello che Churchill aveva definito il ventre molle dell’Asse, ossia l’Italia.
Ora Mussolini non solo si trovava impreparato a dover gestire una guerra di lungo corso, si trovava ancora più impreparato a dover difendere la penisola. Qui non si tratta più dell’impero perduto, qui si trattava del rischio di una disfatta ormai sempre più concreto e sul suolo nazionale.
E con i sovietici rivitalizzati dall’ importante vittoria di Stalingrado e gli americani ormai entrati pienamente nel conflitto la situazione si era fatta preoccupante davvero. Chi ha meno risorse può vincere la guerra solo rapidamente o per totale inettitudine del nemico. Con una situazione del genere l’aiuto tedesco poteva non essere sufficiente neppure ad organizzare una difesa efficace.
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