L’INPS è andata in ciampanelle al primo click. Un Click un crack. Ma la responsabilità non è certo loro. Sia ben chiaro. L’Istituto di previdenza è previdente, il server lo avevano, era tutto apposto. E’ lì dal 1898, anno della sua fondazione, e non ha mai dato problemi. Il Decreto numero 74 sul coronavirus, noto come “Incula Italia”, ha previsto ammortizzatori sociali infallibili. La colpa è degli Hackers.
Gli Impediti Nella Programmazione Siti (INPS), sono stati vittime dell’assalto di ben 4 milioni di popolani inferociti alla caccia di 600 euro. Al terzo click il regio server è spirato. Gli acari lo hanno buttato giù. Ma non vi preoccupate: Andrà tutto bene!
Appena informato, il presidente Tridico – dopo essere stato reso edotto che gli Hacker non si trovano nella polvere – ha diramato un fulminante comunicato stampa. Nel quale scarica l’intera faccenda su Anonymous. La premiata ditta di Hacker ha risposto a stretto giro, con un Tweet, nel quale, in sintesi, fa presente all’INPS che la baracca è gestita da una tale manica di poppanti digitali che loro manco se li filano.
Per la gestione separate delle Partite Iva, invece, sarà necessario cliccare su “Accidental Inps”. Data l’abitudine degli italiani a prenderlo nel culo, è impossibile sbagliare.
INPS WE LOVE YOU!
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