Intervista al liberale Claudio Gentile
Claudio Gentile esponente del Partito liberale italiano, e fino a due anni fa Ex cosegretario Nazionale del PLI, dimessosi per motivi di salute a termine di un incontro con altri esponenti ha sentito la necessità di dover rilasciare un’ importante dichiarazione, che tiene a precisare la differenza che passa tra liberismo e liberalismo, due definizioni troppo spesso citate a sproposito e troppo spesso causa di confusione in particolare tra i giovani che sentono citare questi termini in TV o nei social a sproposito, creando in loro l’errata convinzione che siano sinonimi.
Liberalismo e liberismo sono due concetti che, pur condividendo la stessa radice linguistica, si riferiscono a sfere diverse del pensiero politico ed economico.
1. Liberalismo:
È un’ideologia politica che mette al centro i diritti individuali, le libertà civili (come la libertà di parola, di stampa, di associazione, ecc.), e il governo limitato. I liberali credono nel ruolo dello Stato nel garantire i diritti fondamentali, compresi i diritti politici e sociali, e promuovere la partecipazione democratica.
Il liberalismo sostiene anche l’uguaglianza di fronte alla legge e il pluralismo politico, con una visione ottimista delle istituzioni democratiche.
2. Liberismo:
È una dottrina economica che promuove il libero mercato e riduce al minimo l’intervento dello Stato nell’economia. Il liberismo sostiene che le forze del mercato (domanda e offerta) debbano essere lasciate libere di operare senza troppe interferenze, con la convinzione che questo porti a una distribuzione efficiente delle risorse.
Spesso questa visione si associa con politiche di deregolamentazione, privatizzazione e riduzione delle imposte.
Gentile sottolinea come l’ essere liberisti non significa necessariamente essere liberali, tutt’ altro, anzi la storia anche recente fa notare Gentile è piena di esempi liberisti che erano profondamente illiberali uno tra tanti è l’ esempio del Cile sotto Pinochet: Il regime di Pinochet era una dittatura militare che adottava un sistema economico liberista, basato su idee di mercato libero, grazie all’influenza dei cosiddetti “Chicago Boys” (economisti formati sotto Milton Friedman).
Tuttavia, dal punto di vista politico, il regime era tutt’altro che liberale: vi erano gravi violazioni dei diritti umani, nessuna libertà politica e repressione brutale del dissenso.
Gentile, inoltre fa notare come anche la Cina possa essere considerato un esempio di Stato che adotta molte politiche liberiste dal punto di vista economico (con un’apertura verso il mercato, il capitalismo e il commercio internazionale), ma non è liberale politicamente, visto che il partito unico mantiene il controllo assoluto della vita politica e limita fortemente le libertà civili e i diritti democratici.
In sostanza, si può avere un sistema economico liberista in regimi autoritari o non democratici. Un regime può adottare il libero mercato senza garantire le libertà individuali e politiche
Il liberismo, infatti, si concentra solo sull’economia, mentre il liberalismo abbraccia tutti gli aspetti sociali oltre che economici, perché per un liberale la libertà di pensiero, di azione, di proprietà e di libera e pacifica convivenza sociale garantita dallo Stato non può essere dissociata da quella economica.
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