Napoli – L’ha rincorsa con l’auto, poi l’ha speronata e uccisa. Voleva darle una lezione perché era lesbica e la sua storia con una donna, ormai stabile, non poteva accettarla.
Ecco il retroscena della morte di Maria Paola Gaglione, 30 anni, di Caivano (Napoli), travolta da un’auto mentre era in scooter con la sua compagna e morta due giorni dopo a causa delle ferite riportate per aver urtato nell’impatto contro un tubo per l’irrigazione dei campi.
A guidare l’auto pirata il fratello di Maria Paola, Antonio, 22 anni, arrestato per omicidio aggravato dall’omofobia. Ai carabinieri ha confessato: “Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata”.
“Ho fatto uno stupidaggine”
Quando ha speronato lo scooter della sorella, le notte dell’11 settembre scorso, e si è reso conto di averla uccisa è rimasto lì davanti al corpo riverso al suolo in via Etruschi, nelle campagne tra i comuni di Caivano e Acerra. Ieri ai carabinieri che lo arrestavano, dopo veloci indagini sul pirata della strada che aveva ucciso una 22enne e ferito un’altra ragazza, ha raccontato di aver fatto una “stupidaggine”.
Il 30enne fermato per la morte della sorella Maria Paola a Napoli ha provato così a difendersi davanti gli inquirenti. Inizialmente rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è aggravata. Adesso è accusato di omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia.
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