Il calcio italiano e Rocco. Rocco e il sistema. Rocco contro Firenze e contro la Lega.
C’era una volta il calcio. Quello romantico, quello che vedeva alla guida delle squadre italiane i grandi imprenditori italiani: ricordo Viola della Roma, Pellegrini, Berlusconi. Imprenditori innamorati del calcio e della squadra della propria città.
Poi sono arrivati gli imprenditori del calcio. Quelli che prendevano una squadra per entrare nel salotto buono dell’Italia. Leggi i Della Valle. Alcuni si appassionavano, altri si limitavano a investire.
Infine sono arrivati gli stranieri. Quelli che proprio del calcio cittadino se ne fregano. La società acquisita è un modo per diversificare, alla meglio. Alla peggio per “giustificare” in qualche modo alcuni denari provenienti da paradisi fiscali. Mi spiegate quale cuore possa avere un fondo di investimento?
E poi c’è Rocco
Poi arriva un signore nato in Calabria ma che vive in America. Un tizio che da solo si è costruito un patrimonio personale di 7 miliardi di dollari. Sono decisamente tanti. Senza parlare della sua azienda Mediacom. Innamorato della Fiorentina? Quando l’ha comprata certamente no. Prima aveva cercato di comprare anche il Milan. Cercava una squadra italiana di rango, l’ha trovata in mano ai marchigiani. Poi la Viola, si sa, ti conquista.
Mediacom vende tv via cavo. Lui è qui per business: ci sono diritti televisivi da comprare e usare negli Stati Uniti. Tanti, tanti soldi. È il suo lavoro e lo sa fare alla grande. Ci mette passione: avete mai visto un calabrese senza passione? No di certo.
Il suo vero problema è stato quello che dell’Italia, il buon Rocco, non sapeva niente. E ci ha sbattuto il muso, forte. Ha sbattuto il muso contro un sistema politico usurato e marcito. Contro una burocrazia stagnante e fagocitante.
La Fiorentina ha quasi 100 anni. Lo stadio Giovanni Berta (oggi Artemio Franchi, come quello di Siena. Poca fantasia), è stato inaugurato nel 1931. Ed è del Comune di Firenze. Cade a pezzi, letteralmente. Non è coperto. Ha dei bagni che sono veri e propri cessi.
Hanno abbattuto e ricostruito Wembley
È considerato monumento nazionale. Con tante ragioni perché è molto bello. Per soluzioni ingegneristiche di Pier Luigi Nervi che erano all’avanguardia. Nel 1931. 90 anni fa, insomma, era un gioiello. Poi è stato ristrutturato per i mondiali di Italia90. dove a guadagnarci sono stati gli appaltatori e i politici del tempo. Lo stadio è stato peggiorato.
Rocco vuole uno stadio di proprietà e un centro sportivo di proprietà. Sul secondo ci è riuscito e sarà pronto tra pochi mesi. Sarà il più moderno e bello d’Italia. Fra i migliori in Europa. Grazie Rocco. Quattrini suoi. Certo Italia Nostra, soprintendenza e altri ci hanno provato a rompere le “uova del paniere”. Fortunatamente non ci sono riusciti.
Per lo stadio invece ci stanno riuscendo. Tutte le pastoie politiche e burocratiche si sono schierate in forza, appoggiate da alcuna stampa di “quartiere” che deve i suoi fasti solo a chi governa da anni la Toscana. Ho detto di quartiere, perché di regime pare sconveniente.
Hanno fatto di tutto perché Rocco non avesse il SUO stadio. Mi sembra di vedere i bambini che portavano via il pallone se non giocavano. Il pallone è mio, lo stadio è mio. Guai a togliere lo stadio dalle mani del Comune di Firenze. Lesa maestà sia che vada in un altro comune, sia che diventi di proprietà privata. Giammai!
Rocco non molla, anzi rilancia
Rocco è calabrese. Avete mai conosciuto un calabrese che non sia caparbio? Quello che hanno fatto a lui (e che stanno facendo tuttora) avrebbe fatto scappare qualsiasi imprenditore che porta soldi freschi in Italia. Ripeto: soldi freschi. Che vengono da un’altra economia. Soldi che arricchiscono tutto il nostro paese. Cecità.
Rocco invece no, abbassa la testa e vede rosso. Comincia a prendere a spallate tutto e tutti. Il primo a rimetterci è stato Gattuso: voleva a tutti costi (tra gli altri) tale Sérgio Oliveira. Punti in comune: lo stesso procuratore. Doveva pagarlo oltre 30 milioni. Oggi alla Roma in prestito. Bye bye Gattuso.
Poi arrivano gli slavi con Ristic, procuratore di Vlahovic. Ho tanta curiosità a questo proposito.
In un’intervista al Financial Times, non al Corrierino dei Piccoli, Rocco si mette in testa l’elmetto e comincia a mitragliare. Non leggete l’intervista tradotta, è uno schifo. Va letta in versione originale (QUI). Le sfumature vengono a galla. E vanno sapute interpretare, come quando dà agli Agnelli di motherfuckers.
Rocco è sanguigno, ma non è uno stupido. Sa dove può arrivare. Ma sa anche dove deve e vuole arrivare. Si è accorto che lanciando sassolini nello stagno non succedeva niente. Le acque sono troppo torbide, non si smuovono: melma su melma. Allora ha lanciato un macigno. Chissà cosa succederà.
Adesso intanto sta attrezzando la squadra: grande allenatore e, finalmente, si sono svegliati Barone e Pradè allestendo, in tempi e modi feroci, una rosa di ottima qualità. E questo ci deve bastare, in quanto tifosi.
Le lotte politiche a noi non devono competere. Noi dobbiamo vedere un uomo di oltre 70, miliardario, che ci sta facendo una bella squadra e che, per la prima volta, sta costruendo un centro sportivo nostro. E spettacolare. Per lo stadio aspettiamo fiduciosi. Quest’uomo ha risorse nascoste.
Quindi noi tifosi viola dobbiamo solo far sentire a Rocco che siamo con lui. Perché a noi piace il sanguigno, piace il verace, piace chi fa casino. E chi spende. Lui sta facendo tutto questo. Anche contro la finale Supercoppa Italiana, che vedeva in campo qualcosa come 500 milioni di euro di debiti. Forse anche di più. Ma in Italia questo è lecito.
Io sto con Rocco.
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