TEHRAN (FNA) – L’Iran ha annunciato di aver emesso mandati d’arresto per 36 funzionari degli Stati Uniti e di altri Paesi che sono stati coinvolti, a vario titolo, nell’assassinio del vicecomandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) Tenente Generale Qassem Soleimani. Si tratta di coloro che il 3 gennaio scorso hanno ordinato, preparato e attuato l’uccisione del celebre Generale, comandante delle forze Quds dei Pasdaran e protagonista assoluto della lotta contro l’Isis, sia in Siria che in Iraq.
Tra i 36 è incluso anche il Presidente americano Donald Trump. Lo ha annunciato il procuratore di Teheran, Alghasi Mehr.
“La magistratura iraniana ha emesso un’allerta rossa’ all’Interpol per le 36 persone ricercate, che sono figure politiche e militari. Queste persone – ha dichiarato il procuratore – sono condannate per ‘omicidio’ e ‘terrorismo’. Il presidente Donald Trump è in cima alla lista e continuerà a essere perseguito anche al termine del suo mandato presidenziale”.
Il Generale Soleimani è stato assassinato da un drone americano sulla strada per l’aeroporto internazionale di Baghdad, in Iraq.
L’attacco aereo ha anche martirizzato il vice comandante delle forze di mobilitazione popolare dell’Iraq (PMF) Abu Mahdi al-Muhandis, oltre a cinque militari iraniani e cinque iracheni.
L’omicidio ha profondamente scosso il popolo iraniano.
Soleimani era amatissimo e in suo ricordo si svolgono manifestazioni oceaniche in tutto il Paese. Milioni di persone hanno riempito strade e piazze in tutto l’Iran nei giorni successivi all’attentato. Negli ultimi anni, il Generale aveva impiegato la maggior parte delle proprie forze nella guerra contro l’Isis. Era amatissimo anche in Libano, Siria e Iraq, dove a livello militare aveva dato un contributo determinante per la dissoluzione dello Stato Islamico. Non a caso la sua scomparsa è stata festeggiata tanto dai terroristi di Daesh quanto da quelli di al-Qaeda.
Questa decisione della magistratura iraniana rispecchia quello che è il sentimento più diffuso tra la gente nei confronti della scellerata azione statunitense.
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