IRPEF

IRPEF

L’ordine del giorno della nostra giornata è occupato dalle vicende belliche: quella Israele/terroristi di Hamas (non palestinesi!) e quella, ora un po’ in sordina, russo/ucraina.

Ma ci sono altri temi che premono sul nostro quotidiano: per esempio il peso delle tasse

Itinerari Previdenziali dell’ottimo Alberto Brambilla ci fornisce oggi un quadro sintetico circa il dove si paga e il chi paga l’IRPEF.

Dove si paga:il Nord contribuisce con € 100.6 miliardi pari al 57,43% del totale a fronte del 47% della popolazione italiana.
il Centro con € 38.2 miliardi pari al 21,8% a fronte del 19.5% della popolazione italiana.Il Sud e Isole con € 36,6 miliardi pari al 20.7% a fronte del 33% della popolazione italiana.

I cittadini del meridione e isole contribuiscono per un quinto del totale IRPEF pur essendo il 33% della popolazione. In altri termini sono sgravati del 13% che è a carico del Centro Nord.

Chi paga:8.832.792 soggetti (21.29% del totale) dichiarano redditi da 0 a 7.500 € lordi e pagano in media 26 € di Irpef l’anno cadauno 7.819.493 soggetti (18.84% del totale) dichiarano redditi tra i 7.500 e i 15mila € lordi l’anno e pagano in media € 358/anno cadauno.

Nel complesso, i contribuenti in queste due fasce di reddito sono oltre il 40% del totale e pagano solo l’1,73% dell’Irpef complessiva (insufficiente a ripagarsi il solo costo della spesa sanitaria).

I restanti contribuenti pagano il 98,27% del totale IRPEF

Ancor più in dettaglio: il 13% dei contribuenti con reddito maggiore di € 35.000/anno paga il 62,52% dell’IRPEF totale!

A conferma della pretestuosità del racconto della sinistra e del “solidarismo” dei Cattolici radicali sostenitori della francescana teoria della liberazione: il ceto medio e i “ricchi” si fanno carico quasi per intero dell’IRPEF lasciando ai “poveri” l’onere dell’1.73%: vicino allo zero.

Difficile trovare una progressività tanto efficace

La tanto sbandierata iniquità non regge di fronte alla oggettività dei numeri che smentiscono la narrazione del rumoroso mondo delle sinistre vetero marxiste o operaistiche o, ancor più, sindacali alla Landini che riunisce nel suo massimalismo ormai da operetta entrambe le caratteristiche.

Nei fatti la progressività non solo c’è ma è esasperata come non mai.
Il nemico delle sinistre, cattolici francescani compresi, è il ceto medio, l’odiata borghesia. Quella che “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago” che un “ricco vada in Paradiso”, quella che affama il popolo per alimentare la sua cinica sete di arricchimento.

Infine la fruizione geografica del peso fiscale ha trovato esemplare applicazione nel Reddito di cittadinanza.
Alla immoralità politica intrinseca, cioè al palese voto di scambio fra grillini e fruitori che risiedevano per tre quarti a Sud e nelle Isole, si aggiunge che i costi dello scambio furono a carico prevalente dei cittadini del Centro Nord che ne hanno usufruito per un quarto ma che hanno pagato per oltre tre quarti.

La cosa notevole è che gli elargitori e i fruitori dei soldi altrui insistono nel decidere che “la cosa sia giusta”, come acutamente dice Orwell nella Fattoria degli Animali.

Leggi anche: L’Italia con l’acqua alla gola

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

 

Exit mobile version