Finalmente, nella giornata di ieri, è arrivato il via libera del T.A.R. Toscana per il Viola Park. Il ricorso presentato da Italia Nostra è inammissibile. Pertanto barra a dritta e avanti coi lavori. Hanno subito fatto sentire la loro gioia Nardella (Sindaco di Firenze e dell’area metropolitana) e Casini (Sindaco di Bagno a Ripoli, dove insistono i terreni).
Ovviamente anche la società ACF Fiorentina ha manifestato giustamente la propria soddisfazione. Per una volta anche i sindacati sono tra i felici. Infatti la CISL ha dichiarato che l’inammissibilità del T.A.R. “sblocca un investimento che porta lavoro”.
Gli unici che si sentono offesi nell’animo sono quelli di Italia Nostra. Per chi volesse sapere chi fossero questi signori “volontari”, rimando al link del loro sito ufficiale.
Non sto neanche a tediarvi sulla storia che ha portato Italia Nostra a presentare ricorso. Ho scritto un articolo il 16 marzo che vi invito a leggere. La cosa importante, al solito, è il risultato ottenuto. Il ricorso è stato rigettato.
Ricorso inammissibile, ma nemmeno letto
Quello che mi fa pensare, e pensare facendomi diventare una furia, è l’utilità, il costo e la motivazione di presentare tale ricorso. E poi come è stato presentato.
Sì perché qui abbiamo un organismo che ha evidentemente dei costi di gestione che vengono pagati, indovinate da chi? Già, dai cittadini italiani. Questo organismo presenta un ricorso che sembra un film di John Landis, e i ricorsi da chi vengono pagati? Sempre dai cittadini italiani.
La situazione (come appunto in Animal House) passa dal paradossale al grottesco quando andiamo a leggere le motivazioni di inammissibilità. Il T.A.R. non ha nemmeno letto il ricorso. Lo ha dichiarato inammissibile perché presentato fuori tempo massimo.
Sì, avete capito bene. Questi fenomeni sono arrivati lunghi. Oltre i 120 giorni (che pochi non sono) utili per il ricorso. Quindi hanno speso tempo e soldi (dei nostri) per una causa che inutile e che non è stata neppure presa in considerazione perché sbagliata nei tempi.
E poi ci chiediamo perché l’Italia va male. Va male perché siamo pieni di apparati, di organizzazioni, di burocratini di infimo livello che, solo per giustificare uno stipendio totalmente ingiustificabile, devono fare sentire che ci sono.
Sono quei cagnolini che devono fare la pisciatina territoriale dove prima era passato un cane grosso. Con la differenza che la natura non è democratica e ci sta che il rotweiler usi il canino come stuzzicadenti. In ItaGlia invece più sono piccini e più rompono le palle.
Quindi: tutto bene quel che finisce bene. Però sarebbe l’ora di dare un bel colpo di forbice a certi enti. Anzi di cesoie.
Per maggiore completezza giornalistica, vi invito ad ascoltare “La Terra dei Cachi” di Elio e Le Storie Tese.
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