J.D. VANCE: LEZIONI DI DEMOCRAZIA
J.D. Vance ha fatto un discorso storico. Un discorso destinato a rimanere e che richiama in modo preciso i grandi valori che hanno costruito l’identità europea e occidentale.
Un’identità e che adesso una classe politica di inetti sta tentando di distruggere a favore di un modello ibrido e del tutto innaturale
Vance mette il dito nella piaga di una Europa spettro di se stessa e preda della peggior deriva ideologica, tecnocratica e tirannica, del tutto incapace di reggere il paragone con la Sua gloriosa Storia fondata sulla ricerca e la difesa della libertà.
Già la libertà… Valore fondamentale, sostegno essenziale della democrazia e che oggi viene vilipesa e mortificata in favore della costruzione di un mondo opprimente, di una cappa (per usare l’espressione di Marcello Veneziani) da cui uscire fino ad ora sembrava impossibile.
Vance viene a dirci che da oggi non è più impossibile uscire da questa cappa. Ma bisogna volerlo e bisogna lottare per questo , recuperando il valore primigenio della libertà e della Tolleranza architravi del vivere civile
l’Europa – per il vice presidente degli Stati Uniti – sta perdendo la propria identità, mediante “una ritirata da alcuni dei suoi valori più fondamentali , valori condivisi con gli stati uniti d’America “.
Ebbene se ci accostiamo a questo je accuse con animo scevro da pregiudizio dobbiamo chiederci se Vance ha ragione o se si è bevuto il cervello come vanno ripetendo urbi et orbi i feticisti dell’UE di Bruxelles o i gonzi da divano che lanciano anatemi imbarazzanti a ritmi forsennati.
Che cosa contesta Vance all’Europa?
La scioccante indifferenza della classe dirigente europea rispetto ai popoli europei. Come può una democrazia – governo del popolo – reggersi su questa contraddizione fondamentale?
Il vice Presidente Usa cita il caso delle elezioni in Romania annullate sulla base di non ben precisate (né provate) accuse di ingerenze esterne che hanno orientato la pubblica opinione verso un candidato sgradito all’establishment, asseritamente estremista asseritamente filo Putiniano.
E cita anche la minaccia di un commissario europeo che avverte che anche la Germania potrebbe subire lo stesso trattamento se le prossime elezioni daranno esiti sgraditi (a chi?)
Dichiarazioni gravissime ma allo stesso tempo reo-confessorie di una classe dirigente che vede il terreno sotto i piedi velocemente sgretolarsi e reagisce con violenza.
Le stesse reazioni fredde della platea innanzi al discorso di Vance assomigliano a quelle dei bambini colti con le mani nella marmellata: imbarazzati, colti in flagranza di reato.
Perché le elezioni non dovrebbero andare secondo i piani di qualcuno.
Le elezioni sono espressione della volontà popolare il cui voto dovrebbe disegnare nuovi assetti politici o riconfermare quelli vecchi.
La democrazia è questo. Niente di più niente di meno
La democrazia sarebbe semplice . Sono i piani di qualcuno che la rendono complicata, che ne snaturano l’essenza e la rendono serva di poteri altri. Quegli stessi poteri che adesso tremano di fronte a Vance e incespicano in dichiarazioni balbettanti.
Come ben si comprende, dunque, il discorso di Monaco tocca l’essenza e la qualità della nostra democrazia europea e occidentale, con i valori che ne stanno a fondamento
Valori che sono la benzina delle azioni politiche e che danno il senso di ciò che vogliamo e degli scopi che perseguiamo. Vance chiede all’Europa: volete la sicurezza ma sapete perché la volete?
Che cosa volete ottenere? Quali sono i progetti positivi rispetto ai quali la sicurezza è funzionale ? In altre parole chiede: quale è il progetto di Europa e di mondo che volete incarnare?
Il silenzio gelido della platea restituisce l’immagine di una classe dirigente incapace persino di partorire una risposta sensata
L’incapacità di volare alto di questa classe di burocrati è imbarazzante così come l’incapacita di declinare valori alti nella concreta actio politica: molto meglio ragionare sulla dimensione delle zucchine.
Ma i valori che tanto vengono declamati, per essere credibili, vanno vissuti intensamente, con le mani nel fango. Non sono parole a vuoto non sono slogan da campagna elettorale, ma sono ciò che definiscono un individuo e ne orientano l’azione, e magari anche il voto .
E questi valori non possono essere messi in discussione se una elezione non va come qualcuno vuole.
La democrazia e i suoi principi nom possono essere barattati perché il popolo sceglie un candidato che non piace all elite. Il problema in tal caso è dell’elite non del popolo. E sarebbe anche l’ora di finirla di qualificare quest’ultimo come immaturo solo quando non vota in un certo modo
Questa non è democrazia ma democratura cialtronesca. Non ci voleva Vance per ricordarcelo ma bene ha fatto il vice presidente a sturare le orecchie ai piccoli parvenu continentali.
Insomma, la democrazia è un archetipo socio politico la cui difesa deve essere un valore in sé, non prostituito all’ esito piu favorevole per questo o quel gruppo di potere.
E la democrazia si fonda sulla libertà, persino quella di sbagliare governante. la libertà – dice Vance – è il fondamento su cui giace ciò in cui crediamo, ciò che pensiamo, ciò che sentiamo. E questo non può essere imposto dall’alto
L’essenza stessa della democrazia occidentale è la libertà che si salda con la tolleranza rispetto alle visioni altrui cui si riconosce dignità perché ” non condivido le tue idee ma darei la vita affinché tu le possa esprimere”. E allora stop alla censura, basta alle limitazioni della libertà di pensiero fondate sul pensiero unico dell’orwelliano. Ministero della Verità.
E allora se si scava a fondo nel discorso di Vance si trovano le tracce di un liberalismo antico di matrice inglese e francese. Un liberalismo che ha costruito l’Europa costituzionale che conosciamo e che andrebbe rivitalizzata
Che cosa rimane di quell’Europa fondata su la triade rivoluzionaria?
Ben poco.
Libertà Eguaglianza e Tolleranza sono state intimamente vilipese e tradite.
La libertà è divenut@ arbitrio dirittista, l’eguaglianza è stata sostituita dall’egualitarismo miope, la tolleranza è divenuta paura e censura
Insomma duecento anni dopo (poco più) , “la rivoluzione francese torna a farsi Terrore” e repressoone.
L’UE minaccia di chiudere i social in caso di crisi civile (come una Cina qualsiasi), il Belgio arresta propri cittadini per il solo fatto di aver postato contenuti antifemministi, la Svezia arresta un cittadino per aver partecipato a una manifestazione, la Gran Bretagna manda a processo un cittadino perché prega davanti a una clinica abortista, la Scozia minaccia sanzioni a chi prega in casa e invita alla delazione.
Per non parlare degli USA in cui durante la Presidenza Biden sono stati censurati coloro i quali denunziavano la falsità della ricostruzione ufficiale della genesi del COVID 19
E allora è davvero questa l’Europa e l’Occidente che abbiamo costruito e in cui vogliamo vivere?
Se è così, palese risulta il tradimento dei valori che hanno animato l’edificazione della nostra società facendola uscire dalla barbarie dell’Assolutismo e della tirannia verso i lidi del liberalismo costituzionale.
Ed ecco che stupiscono gli autoproclamati liberali (da poltrona) che non colgono le implicazioni filosofiche prima ancora che politiche del discorso di J.D. Vance e la sua call to action
È tempo di salvare la nostra amata democrazia europea che è più forte, deve essere più forte di qualche centinaio di migliaia di dollari investiti per orientare l’opinione pubblica.
È tempo di tornare a rafforzare il patto sociale tra governanti e governati. Non esistono firewall dice Vance .
È tempo che finisca la paura dei primi nei confronti dei secondi. Non è ignorando o giudicando le istanze popolari che si genera qualità democratica. Non è chiudendosi nelle auree torri di Bruxelles che si scongiura il rischio di scomparsa dell’Europa
È tempo di sporcarsi le mani con quelle istanze popolari, anche quando non piacciono anche quando appaiono rozze. Basta spocchia care elites, altrimenti il vostro destino è segnato…sembra dire Vance.
Solo in questo modo si salva la democrazia, solo in questo modo essa può risorgere rinnovando il vincolo primigenio che lega la politica alla propria comunità.
Perciò, rispondendo alla domanda iniziale, Vance non si è bevuto il cervello. Vance ha pienamente ragione e ci ha dato una grande lezione di democrazia liberale
Grazie Vice Presidente!
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