Joe Biden. Il re dello scivolone

Il presidente Biden e la sua tendenza a perdere l'equilibrio

scivolone

Sicuramente non voglio ironizzare sul fatto che dopo aver esagerato nelle polemiche con il suo omologo Russo Putin, Joe Biden abbia poi anche fisicamente fatto davvero uno scivolone salendo la scaletta dell’Air Force One. Né voglio fare dietrologia occulta dietro a ipotetici assurdi malefici dell’ex colonnello del KGB.

Ma è certo che qualche errore lo sta commettendo.

Oltre ai problemi con la Russia c’è stato un chiaro momento di gravissima tensione con la Cina, visto come è andato il summit di ieri in Alaska. Con gli Usa che hanno apertamente accusato la Cina di violazione dei diritti umani, sollevando il problema dello Xinjiang, la stretta su Hong Kong e le mire su Taiwan.

I cinesi hanno risposto ribadendo la loro sovranità ed invitato gli statunitensi a preoccuparsi dei diritti degli afroamericani che vengono ammazzati per le strade.

I veri problemi sono economici e strategici

I veri problemi però sono altri, in parte di natura economica in parte di natura strategica. Gli Stati Uniti ritengono che la Cina usi pratiche commerciali di tipo sleale. Sono preoccupati per l’incremento di forze militari nel Mar Cinese meridionale. Non è da sottovalutare il fatto che da decenni la Cina ambisca alla creazione di una flotta più potente di quella americana.

Napoleone diceva di lasciar dormire la Cina perché al suo risveglio il mondo avrebbe tremato. Mai come oggi questa affermazione rispecchia il vero. La potenza militare cinese ormai è un dato di fatto, come la forte influenza economica del dragone sulle principali economie del mondo.

Non può essere sottovalutata neanche la penetrazione di Pechino nel continente africano, dove ha ormai acquisito importanti postazioni economico strategiche.

Washington sospetta anche la presenza di Pechino dietro importanti cyber attacchi.

Gli alleati europei

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in questi giorni ha chiamato a raccolta gli alleati europei per mostrare i muscoli a Mosca ed indirettamente anche alla Cina. L’Europa è stata al gioco, condannando Mosca sulla questione Ucraina e la Cina sulle violazioni dei diritti umani.

Però sulla sostanza, la Lady di Ferro del continente europeo, Frau Angela Merkel, ha tirato un’elegante due di picche all’inquilino della Casa Bianca. La cancelliera continua ad andare avanti, cercando di dissuadere Washington dall’idea di imporre nuove sanzioni contro il progetto del nuovo gasdotto denominato Nord Stream-2 che coinvolgerebbe il colosso Russo dell’energia Gazprom ed importantissimi partner europei.

Una cosa è certa, gli avvertimenti del segretario di Stato americano Antony Blinken a non portare avanti il progetto non hanno al momento dissuaso il governo tedesco. Ancora di più la Merkel ha rilanciato elegantemente, dichiarando che il rigore tedesco sui vaccini sarà riaffermato con maggiore flessibilità.  Aprendo apertamente all’opzione Sputnik a seguito di un nulla osta dell’Ema.

Sono tutti chiarissimi indicatori del fatto che la locomotiva d’Europa non è disposta a seguire gli alleati d’oltreoceano incondizionatamente e contro i propri interessi, ma a ribadire eventualmente una solida alleanza su criteri paritetici.

Joe Biden deve stare molto attento perché l’Europa non è un partner coeso, gli stati membri non trovano spesso sulle questioni veramente rilevanti linee guida di politica estera comuni.

Dunque alla luce di questa situazione il presidente americano dovrebbe cercare di non fare uno scivolone troppo grande. Potrebbe strutturare un fronte amico formalmente compatto ma sostanzialmente scettico.

Un asse Russia – Cina

Mentre dall’altro lato la sua determinazione potrebbe creare le condizioni per una coesione granitica tra giganti ostili quali la Russia e la Cina, tra i quali gli Stati Uniti hanno tutto l’interesse a mettersi nel mezzo.
Probabilmente il buon vecchio Zio Joe dovrà rivedere al ribasso le sue pretese ed abbracciare una più grande strategia di confronto.

Se così non fosse rischierebbe cadute molto più pericolose dei tre gradini che lo hanno già messo in seria difficoltà.

Su questo ispirano le parole di Fabrizio de André: “si costerna s’indigna s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”. Tra qualche mese sarà necessario per la leadership del presidente americano colloquiare sia con Xi Jinping che accettare di incontrare Putin.

Potrà comunque sempre formalmente ribadire la sua fermezza. Ma in camera caritatis avrà l’opportunità di delineare i confini necessari ad un nuovo grande equilibrio di coesistenza.

 

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